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Acireale – Inizia un anno difficile per i lavoratori dell’Ipab Oasi Cristo Re

ipab-oasi-cristo-re-cop-7Acireale – Oltre due anni senza stipendio, anni di difficoltà economiche serie, iniziative, tavoli, riunioni e decreti ingiuntivi: tutto senza risultati. Prima di capodanno i lavoratori della struttura insieme al commissario straordinario e al direttore sono stati a colloquio con il sindaco di Acireale, un colloquio teso, difficile che non determina alcuna soluzione, anzi, parlando con alcuni dipendenti ci hanno consegnato tutto il loro scoramento perchè temono che gli utenti rischiano di essere trasferiti in altre strutture.

All’Ipab Oasi Cristo Re si sono succeduti i commissari straordinari in assenza del cda, si sono succedute le iniziative e gli appelli ma tutto è rimasto nell’immobilità generale: lavoratori che prestano la loro opera agli anziani, ai malati e che, regolarmente, non vengono retribuiti. Oltre 50 famiglie senza stipendio da troppo tempo e non si vede la soluzione e neanche un minimo di ristoro per i tanti che aspettano invano. Insieme ai lavoratori della struttura anche i lavoratori delle coop che si occupano dell’ospitalità e dell’assistenza ai minori migranti non ricevano denaro. Non va in tasca dei lavoratori neanche un euro e non certo per colpa dei decreti ingiuntivi visto che la situazione di stallo parte da lontano.

La vicenda dell’Ipab Oasi Cristo Re è, certamente, in una pericolosa fase di stallo. Tanti vorrebbero chiusa la struttura, altri si appellano agli standard regionali che regola il rapporto paziente/assistente ed il governo regionale tace malgrado troppe volte ha annunciato “la riforma delle Ipab”. Nessuna riforma, solo il silenzio che, di fatto, nutre la disperazione dei lavoratori.

Il 2017 sarà, quindi, l’anno in cui la lunga e triste vicenda delle Ipab dovrà essere risolta una volta per tutte. Il Pennisi Alessi che passa in mano all’Ente Comunale, il Santonoceto di cui non conosciamo quale tipo di attività svolge e l’Oasi Cristo Re che pur erogando servizi naviga nei debiti e costringe i lavoratori a prestare la loro opera senza remunerazione.

Un anno difficile è passato e ne arriva un altro ancora incerto per i lavoratori e per gli utenti della struttura.

(mAd)