Fancity Acireale

Acireale, la crisi del commercio cittadino è una questione seria.

Acireale, il corso Umberto un tempo luogo del commercio cittadino e della passeggiata degli acesi e dei visitatori, oggi si presenta come un lungo viale depresso. Le saracinesche chiuse sono tante e la crisi parte certamente da lontano.

Certamente le grande quantità di centri commerciali presenti nel territorio acese sono una delle cause della crisi del piccolo commercio. Una crisi che si è di anno in anno aggravata ed i segni sono visibili ed evidenti semplicemente facendo una passeggiata per il corso Umberto, così come per il corso Savoia e certamente nella via Cavour dove le attività commerciali sono praticamente sparite. Stesso discorso per la parte bassa di via Paolo Vasta. Insomma la crisi è tangibile ed è davvero semplice pensare che i mali provengono dall’isola pedonale o della ztl per il semplice motivo che la chiusura di questi negozi è antecedente e indipendente da eventuali e future predisposizioni di limitazione al traffico veicolare.

Sono, quindi, tanti i fattori che hanno dato un colpo mortale al commercio cittadino che contraddistingueva Acireale negli anni passati. Ovviamente i fitti esosi delle botteghe, certamente la crisi che continua ad imperversare e la ridotta capacità economica dei consumatori. Ma anche altro. Ovvero un’offerta merceologica che oggi confligge chiaramente con le proposte dei centri commerciali, maggiormente competitivi per prezzi e comodità.

Fasce sempre più larghe di cittadini stringono la cinghia e non bastano i saldi per correre a fare acquisti. Una città che perdendo un aspetto importante dell’economia cittadina e priva ormai di vocazioni e di progettualità trova solo focolai di conflitti tra favorevoli all’isola pedonale (anche intesa come volano per l’economia e per la vivibilità) e chi si dice contrario considerando questa opzione come “il colpo mortale alla piccola economia locale”.

La situazione è difficile ma resta un grosso interrogativo a cui bsogna dare risposte; ovvero la crisi non è solo una notizia ormai dimenticata, superata e digerita, al contrario la crisi continua a mordere e la possibilità di recupero non è certo un passo indietro ma due avanti. Chiudere il centro storico, rivalorizzarlo con la manutenzione ordinaria, una buona e ragionata illuminazione, apertura della villa Belvedere, parcheggi funzionali e sicuri e navette per gli spostamenti all’interno del circuito.

(mAd)