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Acireale – La Fiera dello Jonio, quando l’ovvio diventa straordinario

jonio-copFinalmente dopo tanti anni di pessima fiera di cianfrusaglie, fiera che ostinatamente continuava a portare il nome storico “dello Jonio”, fiera che malgrado la scelta della location e della merce proposta veniva inaugurata in pompa magna dai sindaci acesi, ecco che quello che abbiamo ripetuto per più di un decennio si è trasformato in realtà. Aggiungiamo che non era difficile capire che la Fiera dello Jonio doveva tornare al centro storico e che doveva (se voleva continuare ad essere Istituzionale) tornare ad essere una fiera con prodotti realmente artigianali. E’ stata aggiunto, giustamente, il comparto agroalimentare, settore in cui la Sicilia può dire la sua con determinazione e con ottimi prodotti locali. Dal vino al miele, alla birra ai “fucuni fumanti”.

jonio-2Tutto ovvio e palese. Ovvio che la fiera dello Jonio doveva cambiare, ovvio che prima era la saga dell’assurdo, logico che doveva ritagliarsi un altro target ed ovvio che doveva produrre vivibilità nello splendido centro storico acese. Ma l’ovvio è diventato straordinario e il processo di beatificazione per Antonio Coniglio diventa sempre più probabile. Coniglio è l’uomo che ha pensato bene (anche questo ovvio e necessario) di migliorare le condizioni della cittadella del carnevale per anni luogo pessimo, pericoloso per i lavoratori, pieno di spazzatura, con i bagni che definirle latrine era ancora riduttivo. Eppure anche questo spunto “conigliesco” è stato salutato come rivoluzionario. “Sono per la rivoluzione della normalità” disse Coniglio tra gli inutili tavoli della “leopolda” acese organizzata dall’on. D’Agostino all’ex Angolo di Paradiso.
La rivoluzione della normalità è proprio vero.

Così la ztl, la fiera dello Jonio, l’abbattimento dell’ecomostro sulla timpa, la raccolta porta a porta, la cifra in bilancio per la rimozione dell’amianto a Pozzillo diventano fatti giusti e ovvi e fatti che le amministrazioni precedenti hanno deciso testardamente di ignorare. L’amministrazione Barbagallo sta provando a comprendere che le ragioni che provengono dal basso erano e sono giuste e fondate.

Certamente ci rammarichiamo per il tempo trascorso per rendere realmente fruibile la villa Belvedere, ci rammarichiamo per non avere chiuso al traffico la spendida Santa Maria la Scala e ci sconfortiamo e perdiamo le speranze per il destino delle Terme di Acireale e per il silenzio che gira intorno al dramma di 58 famiglie dell’Ipab Oasi Cristo re.

Insomma l’ovvio sta diventando realtà e il presidente della Fondazione del Carnevale sta dimostrando che con caparbietà e ascolto si può fare carriera politica che è poi l’unico chiaro e legittimo obiettivo di Antonio Coniglio; ovviamente se non diventa santo prima ancora di lasciare questa valle di lacrime.

(mAd)

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