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Acireale ospedale covid? I sindaci tuonano il loro dissenso

ACIREALE – L’emergenza covid diventa nella nostra città anche durissimo scontro istituzionale. L’ospedale di Acireale diventerà covid e i sindaci del territorio alzano le barricate, affermano che non sono stati coinvolti nelle scelte e i comunicati congiunti piovono come pioggia alluvionale.

Tutto inizia con le parole del sindaco di Acireale Alì che domenica mattina (25 ott. 2020) nella sua pagina facebook esordisce affermando: “Pessima scelta da parte della regione Sicilia, in una riunione convocata ieri sera dall’assessore regionale alla salute hanno deciso che l’intero ospedale di Acireale verrà convertito a ospedale COVID”. Nella stessa giornata ai nostri microfoni il deputato regionale Nicola D’Agostino ha replicato con parole chiare e dure. Ha riferito D’Agostino: “Non ci sono alternative. Servono in provincia oltre 500 posti letto. In strutture eccellenti. Acireale è tra queste. Le altre non lo sono”.

Si apre un dibattito aspro e l‘attenzione si concentra sull’accessibilità o meno del pronto soccorso del nosocomio acese. L’on. D’Agostino sul pronto soccorso ha fatto sapere che “Il pronto soccorso rimane aperto. È stata una mia richiesta per attenuare i disagi. Ovviamente i casi più gravi saranno curati in ospedali con ambienti non Covid”. Sulla stessa lunghezza d’onda il commissario straordinario per l’emergenza covid dell’ASP di Catania dott. Pino Liberti che presente all’ospedale di Acireale ha dichiarato ai nostri microfoni: “…quello che abbiamo messo in campo servirà a salvaguadare sia la sanità del comprensorio perchè il pronto soccorso rimarrà aperto e quindi i cittadini potranno rivolgersi al pronto soccorso di Acireale e avere le cure che sono necessarie…”.

Ieri (27 ott. 2020) i sindaci Vito Di Mauro (Aci Bonaccorsi), Nello Oliveri (Aci Catena), Stefano Alì (Acireale), Santo Caruso (Aci Sant’Antonio), Giuseppe Intelisano (Calatabiano), Antonio Camarda (Castiglione), Sebastiano Nucifora (Fiumefreddo), Angelo D’Anna (Giarre), Luigi Messina (Mascali), Alfio Cosentino (Milo), Ignazio Puglisi (Piedimonte), Enzo Caragliano (Riposto), Giuseppe Nicotra (Sant’Alfio), Salvatore Greco (Santa Venerina), Franco Leonardi (Viagrande) e Salvatore Russo (Zafferana) firmano una nota durissima di cui riportiamo un passaggio. “La riunione di stamani con i vertici dell’Azienda sanitaria provinciale di Catania, avvenuta in modalità telematica, è servita esclusivamente a fornire la conferma che, in relazione alla chiusura dell’ospedale di Acireale per trasformarlo in struttura esclusivamente Covid, noi sindaci siamo stati messi di fronte al fatto compiuto, estromessi dal processo decisionale.
Siamo stati presi in giro due volte, innanzitutto perché non abbiamo ricevuto risposte che possano essere ritenute serie e, poi, per l’assenza dell’assessore competente che ha delegato al confronto i tecnici i quali non hanno alcun margine di operatività”. Poi il documento si conclude così: “Dinnanzi a queste scelte scellerate, transitate sopra la nostra testa, non resteremo di certo inermi e siamo pronti a muoverci nelle sedi opportune, non abdicando al nostro ruolo di autorità sanitarie nei luoghi di competenza”.

Al coro dei no all’ospedale covid si sono uniti anche i sindaci del distretto sanitario 17, il Tribunale dei Diritti del Malato e numerosi cittadini preoccupati per l’eventuale difficoltà a farsi curare all’ospedale di Acireale per problematiche non inerenti il contagio e gli eventuali sintomi da covid.

Le voci si sono alzate alte così come le contraddizioni (una su tutte quella relativa al pronto soccorso). Vedremo nei prossimi giorni se le posizioni dei sindaci porteranno ad un ripensamento da parte della governance regionale o se, al contrario, la decisione è irremovibile.

(mAd) foto repertorio web

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