lunedì, Dicembre 4, 2023
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Acireale, red passion

Primo giorno in rosso, un colore che ricorda i conti di numerosi settori commerciali che da oltre un anno soffrono una crisi economica mai vista prima. Rosso come il codice di pericolo per chi è stato costretto dal virus al ricovero ospedaliero e per tutti quelli che non sono riusciti a vincere la lotta per la vita.

Acireale va in rosso e questo dato (spalmato orizzontalmente nella popolazione) conferma che in assenza di rigore nel rispetto delle regole anticontagio, che nella logica del negazionismo i prezzi da pagare ricadono sulla collettività ed in maniera particolare nei confronti di quelle attività commerciali e artistiche che aspettano la riapertura e le prime boccate di ossigeno.

Bisogna pur dirselo, bisogna aprire gli occhi e venire fuori dall’ipocrisia ed allora appare evidente che stiamo pagando il prezzo dell’atavica incapacità al rispetto delle regole, quella modalità “antistato” che ha sempre caratterizzato buona parte del sud e della nostra isola. I comportamenti individuali, mai come in questo lungo periodo di crisi sanitaria, dovevano essere percepiti come salvaguardia della salute pubblica, ogni singolo comportamento doveva essere in accordo e solidale verso la comunità ma così non è stato e forse mai acquisiremo la capacità di percepirci come comunità, di comprendere che i modi di intendere e rispettare le regole, a volte, devono trasformarsi in un concetto nobile di partecipazione collettiva al bene comune.

Chi ha minimizzato, chi ha negato, chi si è voluto mettere con la schiera dei cospirazionisti, chi ha visto le manovre del potere farmaceutico e chi non si è accorto che i numeri dei decessi parlano di vittime, di dolore, di famiglie distrutte.Oggi siamo entrati in zona rossa, altro duro colpo per chi si aspettava le riaperture ed invece si ritrova con altre regole stringenti. Oggi ci troviamo all’inferno, confinati nelle nostre case e dobbiamo avere le motivazioni di legge per poterci muovere, per far visita ai parenti ed anche per recarci al lavoro.

Oggi, in zona rossa, queste restrizioni non sono altro che il frutto di una volgare incapacità ad elevarsi come persone civili, sensibili, attenti a percepire il bisogno collettivo. La zona rossa ad Acireale è una brutta pagina non solo sanitaria ma anche civica.

(mAd)

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