Quando ieri ho scritto sul mio blog, la breve riflessione su “I violinisti di Acireale, un déjà vu atteso che non deve sconvolgere“, non pensavo affatto di ritornare sull’argomento perchè lapalissiano nella genesi, nelle metodiche e nei processi attuativi.
Ho cambiato idea quando tutto il pomeriggio e la serata di ieri, sono stato letteralmente bombardato dai media che hanno sbattuto in prima pagina la nostra città, divenuta negli ultimi mesi, il mostro preferito in ben tre occasioni: da gettonopoli, al mancato depuratore già finanziato, e ora, agli oltre 60 “violinisti” dell’ultima ora. Altro che “effetto Carnevale” con le sue maschere, facce da tolla e dal costo modesto di un milione di Euro!
E dire che c’è chi giura tra i notabili e i politici di alto rango – e come potevano mancare gli eterni Soloni locali – che la nuova benemerita Amministrazione, avrebbe realizzato negli ultimi mesi, una “rivoluzione della burocrazia”, debitamente annunciata a pagina 5 del programma “CambiAmo Acireale” e che è un dono della Provvidenza, un vero “bene” se “contestualmente“, la Polizia di Acireale e la Procura hanno avviato l’indagine che ha rilevato l’ultimo scandalo dalle dimensioni mediatiche nazionali. Sarebbe stato “fatto tutto quello che ci si deve attendere da una nuova compagine politica che deve cambiare l’andazzo insostenibile” che immagino, altri avrebbero creato.
E naturalmente resto impietrito di fronte ad una logica stringente e convincente, tanto da sentire il bisogno catartico di prendere carta e penna ed esprimere qualche perplessità per due motivi molto semplici.
Il primo è che lo sapevano anche le pietre che tra gli amministrativi ci fossero degli assenteisti – ora certificati nella misura del 10%. Era sufficiente controllare le videocamere per rendersene conto, come hanno fatto la Polizia e i Carabinieri, prescindendo da pagina 5 di CambiAmo Acireale e dagli eccellenti Amministratori.
Quanto alla politica del personale avanziamo dei seri dubbi perchè essa sarebbe dovuta consistere nella metodologia più semplice e accreditata che consiste nell’individuare gli obiettivi da raggiungere e associare ad essi le singole risorse umane necessarie da realizzare con efficacia e con efficienza: un semplice e motivato organico del personale in servizio che stabilisce chi fa-che-cosa. Un tale esercizio in essere presso ogni seria organizzazione fondata sulle risorse umane, avrebbe responsabilizzato ogni amministratore e con ogni probabilità rilevato un eccesso di personale e la necessità di procedere nella riforma annunciata con altri mezzi e strumenti più stringenti.
Questo ci saremmo aspettati come “effettiva e consistente riforma”. Non l’abbiamo vista ma, si sa, non tutti hanno “quattrocchi” ma solo in pochi abbiamo “quattro zampe”.
(Enzo Coniglio)
