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Bob Marley, settantanni di leggenda

 

bob marley Il 6 febbraio 1945 nasceva Bob Marley, un’icona che continua a irradiare la sua potenza anche se sono passati quasi 34 anni dal giorno della sua morte prematura. Sotto molti aspetti “Tuff Gong”, il soprannome che si era guadagnato nelle strade di Trenchtown, il ghetto di Kingston, è una figura unica nella storia musicale e non solo del ‘900: figlio di un padre bianco e di una ragazza nera, da “mezzo sangue” discriminato è diventato un leader politico e spirituale per la Giamaica, è stato la prima superstar della musica del terzo mondo, è difficile trovare nelle cronache della musica popolare un personaggio che sia riuscito a trasmettere un simile messaggio di fratellanza e di pace.

No woman no cry, il brano icona del re del reggae. è un manifesto nostalgico, un affresco dedicato alla vita nelle strade desolate di Trenchtown, un quartiere molto povero di Kingston. Them Belly Full (But We Hungry)è un’invettiva contro una nazione che consente che i meno abbienti vengano ridotti alla fame. Esplicita al riguardo è la strofa “A hungry mob is an angry mob” (una folla affamata è una folla arrabbiata).

Marley ha compiuto con il Reggae un’operazione paragonabile a quella svolta dai Beatles sul pop: per essere brevi il mondo ha scoperto e ha imparato ad amare il Reagge grazie a lui, alla sua abilità nel fonderlo con altre musiche, alla sua straordinaria capacità di renderlo un linguaggio universale e immediatamente comprensibile a tutti.

L’Italia ha avuto una prova diretta di tutto questo il 27 giugno 1980 a San Siro l’unico concerto italiano di Bob: un rito di fratellanza collettiva per 100 mila fortunati che ha segnato per sempre la storia della musica nel nostro Paese e la vita di chi c’era.

#fancitymusica

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