ACIREALE – Tante carte, contenziosi e leggi, norme, istituzioni, regolamenti, tribunali, richiesta risarcimenti, tar, cga, burocrazia, autorizzazioni, sequestro e dissequestro, acquisizione dell’area da parte del Comune, incontri, tavoli tecnici e tanto tanto ancora. Tante, troppe carte e troppe parole ma rimane inesorabile e tenacemente conficcato nei pensieri quello che poteva essere e, ad oggi, non è stato. Rimane la tristezza di un’area che era passata dal degrado alla riqualificazione per poi ritornare nel degrado, torna l’incuria è l’abbandono a disposizione dell’inciviltà urbana.
Non è più tempo di tentare di comprendere una vicenda che è certamente kafkiana, tormentata, piena di complicazioni e nebbie, rimango convinto che, alla fine di ogni cosa, è sempre la Giustizia che scrive l’ultima parola e sono fiducioso nelle Istituzioni.
Sabato mattina (21/09/2019) mi sono incontrato con Mario Rimini, Gianfranco Caudullo e Valerio Longo Fiamingo i tre soci che avevano pensato e in parte tirato su il progetto Cable Park, mi raccontano la loro incredulità, ritorna spesso, nella loro ricostruzione dei fatti, la frase “perché tanto accanimento”. Non ho risposte e penso solo che spesso non si fa caso al degrado e si pensa alla bellezza come un nemico. Velocemente aleggia in me una potente tristezza e penso alle parole di Peppino Impastato, ricostruite in un dialogo del film “I cento passi”.
PEPPINO: Sai cosa penso?
SALVO : Cosa?
PEPPINO: Che questa pista in fondo non è brutta. Anzi
SALVO: Ma che dici?!
PEPPINO: Vista così, dall’alto uno sale qua e potrebbe anche pensare che la natura vince sempre … che è ancora più forte dell’uomo. Invece non è così. .. in fondo le cose, anche le peggiori, una volta fatte … poi trovano una logica, una giustificazione per il solo fatto di esistere! Fanno ‘ste case schifose, con le finestre di alluminio, i balconcini … mi segui?
SALVO: Ti sto seguendo
PEPPINO:… Senza intonaco, i muri di mattoni vivi … la gente ci va ad abitare, ci mette le tendine, i gerani, la biancheria appesa, la televisione … e dopo un po’ tutto fa parte del paesaggio, c’è, esiste … nessuno si ricorda più di com’era prima.Non ci vuole niente a distruggerla la bellezza …SALVO: E allora?
PEPPINO: E allora forse più che la politica, la lotta di classe, la coscienza e tutte ‘ste fesserie … bisognerebbe ricordare alla gente cos’è la bellezza. Insegnargli a riconoscerla. A difenderla. Capisci?
SALVO: La bellezza…
PEPPINO: Sì, la bellezza. È importante la bellezza. Da quella scende giù tutto il resto.
Abbiamo, negli anni che hanno dettato i tempi di questa strana vicenda, prodotto interviste con le parti interessate e abbiamo cercato di capire tra mille difficoltà, invece ci siamo ritrovati sprofondati nelle carte, nei pareri, nelle autorizzazioni. Un caos degno della peggiore burocrazia di New Delhi negli anni ’60. Mi rimane dentro solo una percezione: constatare che in quell’area si voleva dare un segnale, un segno di discontinuità al degrado, l’idea che tutto è riqualificabile, tutto può trasformarsi in bellezza. Tutto può diventare parco, divertimento, aggregazione sociale, sport, piacevoli momenti di tempo libero e tutto questo poteva accadere ad Acireale, nella città dove non esiste un solo luogo dedicato alla bellezza, al relax, al contatto con la natura. Resta in me lo sconforto nel vedere che, ancora una volta, vince il degrado e l’abbandono, ancora una volta la bellezza non è la benvenuta mentre l’assordante silenzio della disgregazione sociale trova la sua collocazione nel disastro di un territorio che esprime solo rabbia e impossibilità alle relazioni sociali.
“Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà.”
Per chi vuole approfondire https://www.fancityacireale.it/wordpress2/?s=cable+park
(mAd)
