Due giorni “classici” con i carri in parata, dopo…. Ed è proprio nel dopo che si aprono i conflitti delle “tribù” della Cittadella. Chi resta, chi tornerà ai cantieri per richiudere l’opera in cartapesta al cantiere. Come sempre è questione di soldi e di condivisione dell’evento e della sua programmazione. Sicuramente (da fonti attendibili) apprendiamo che i carristi non sono una voce, un corpo. Si lanciano accuse reciproche tra chi usufruisce dalla cittadella per dare l’ultima “ripulita” al carro in cartapesta, chi no, chi non partecipa più al carnevale, chi diceva di andarsene invece è dentro più di prima.
Stessa storia all’interno del cda della fondazione del carnevale di fatto inesistente e disinteressato. Alcuni membri del cda, siamo abbastanza certi, dopo questa edizione estiva saluteranno il presidente Coniglio e il direttore artistico Vasta e andranno via.
Una situazione davvero complessa che produce essenzialmente una certa quantità di perdita di risorse economiche, una guerriglia permanente stile Vietnam, un presidente che sembra il “moderato” ma che di fatto detta tempi e modi senza passare per il cda e un direttore artistico che di fatto è il factotum della kermesse. Il carnevale di Acireale è nella gestione della coppia Vasta/Coniglio una nuova stagione che, a nostro avviso, doveva provare a coinvolgere quanti più “attori” diversi in modo da dare un impulso ad una manifestazione che vive, già da troppi anni, sugli albori di un passato che non tornerà più.
Intanto si sono pulite le piazze per il carnevale, per Venera,per la mezzanotte dei bambini: mai come in questo caso appare appropriata la classica frase: pane et circenses, solo che il pane scarseggia ed anche l’arte “circenses, sempre in decadenza.
L’estate acese diventa rovente e, come sempre, le polemiche intorno al carnevale non trovano soluzione anzi producono divisioni e fratture insanabili.
Quanti ne resteranno?
(mAd)