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Carnevale, polemiche e numeri. Infranto il tabù, finalmente

ACIREALE – C’è un dato certamente interessante, in questo turbinio che sta accompagnando l’edizione del 2019 del carnevale di Acireale, è quello relativo alle voci che si sono sommate, una sull’altra, per esprimere critiche dubbi e perplessità.

Voci acclaranti come quelle della Fondazione del Carnevale, altre critiche come quelle di alcuni consiglieri comunali di minoranza che chiedono di conoscere i numeri attraverso gli atti e non solo attraverso una relazione. Poi ci sono altre voci che si sono aggregate in questa tormentata edizione del carnevale acese. La voce dell’on. Sammartino che con un’interrogazione all’ARS chiede di conoscere le modalità dell’introduzione del ticket e del parcheggio a pagamento ed ancora un corposo accesso agli atti richiesto dall’on. Nicola D’Agostino. A queste voci si sono sommate le decisioni e le condivisioni del progetto della Fondazione del Carnevale del sindaco, della giunta e dei consiglieri di maggiornza.

Tutto normale? No, è un fatto straordinario mai accaduto prima.

Da tanti, troppi anni abbiamo sollevato dubbi e posto domande in riferimento all’indotto generato dalla manifestazione carnevalesca. Ci siamo chiesti e abbiamo posto domande alle varie amministrazioni che si sono succedute, se davvero era ed è economicamente conveniente finanziare con numeri importanti la manifestazione carnevalesca considerato che Acireale aveva ed ha bisogno di investimenti per la manutenzione (strade, marciapiedi, illuminazione pubblica con tante lampade spente, potatura alberi, arredo urbano etc.). Ci hanno sempre risposto con fatica e la motivazione che ci è stata data è stata sempre la stessa: Il carnevale produce economia nel territorio e non si deve fermare l’ultimo volano economico (?) rimasto in città. Noi crediamo, invece, che una città che vuole fare turismo e che investe quasi un milione e mezzo di euro per il carnevale non ha capito che se non si alzano gli indici di vivibilità il turismo è solo una parola vuota. I visitatori scelgono le loro mete analizzando le bellezze dei luoghi e il livello di vivibilità urbana: dai trasporti, ai luoghi di svago, ai parchi cittadini. Senza il recupero degli indici di vivibilità il turismo non esiste se non con modalità “mordi e fuggi”. Del resto anche se accadesse il miracolo di vedere confluire migliaia di turisti nella nostra città non avremmo dove accoglierli considerato la povertà dei posti letto.

La discussione sull’indotto ancora una volta non è stata presa in considerazione da nessuno, aspetteremo altri decenni prima di sapere cosa rimane ai cittadini a fronte di una contribuzione forzata? Abbiamo notato però, finalmente, che l’argomento del ritorno economico a fronte dell’investimento/contributo comunale è, in qualche modo, emerso. Lo ha affermato più volte il sindaco Alì, lo hanno espresso, in alcuni interventi, i consiglieri di minoranza ed anche l’opinione pubblica comincia a vedere lo share insopportabile tra investimento per il carnevale e le reali condizioni in cui versa la città.

Oltre le analisi, oltre i giochi politici, oltre ogni barricata in questa edizione del carnevale 2019 finalmente il tabù carnevale è stato infranto. Si può parlare del carnevale, si può criticarlo e si possono sollevare dubbi. Si, si può ed è giusto così. Niente è sacro e indiscutibile quando le cose, ogni cosa, sono opera dell’uomo.

(mAd)

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