Com’è bella la mia città quando aiuta chi sta indietro. Quando condivide parte di quello che ha, quando riscopre la bellezza di farlo al di là di ogni altra legittima considerazione, al di là di appartenenze, amicizie, ecc.
La grande lezione di questi giorni è quella di averci sbattuto in faccia la nostra vulnerabilità, a fronte dei nostri deliri di onnipotenza, di averci riportato all’essenzialità delle cose. E a me sembra che noi abbiamo risposto. Ciascuno con le possibilità, non solo economiche, che ha.
Quando vediamo le foto con il materiale donato, quando pensiamo alle raccolte economiche, quando vediamo che c’è gente che distribuisce questi beni agli altri, viene d’obbligo pensare a quanto potremmo fare mettendoci in gioco anche fuori da questa emergenza. Se fossimo capaci di offrire più spazi per inserimenti lavorativi di soggetti con difficoltà, spazi di condivisione gratuita e di socializzazione, ecc.
Ma se riusciamo a non perdere l’importanza dei beni relazionali, che oggi ci sono molto più presenti; se riusciamo a mettere a frutto e rendere generative le risposte di oggi, la nostra città potrà contare su una più solida rete di aiuto dalla quale ripartire e ricostruire.
Com’è bella Acireale quando è solidale.
