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Dal M5S alla diccì. L’amministrazione anomala a guida Alì e il silenzio dell’on. Foti. Tempo di divorzio?

ACIREALE – I matrimoni di convenienza sono utili ma, si sa, non c’è l’amore. Il fattore collante non è il sentimento ma i benefit che entrambi le parti possono ottenere dalla loro unione. E’ il caso dello sposalizio tra il candidato sindaco Alì e l’on. pentastellata Foti. Alì ricevette la mano dell’on. Foti e con la nota delicatezza la coppia si impose nei confronti di chi riteneva quella unione non conforme alle regole dello statuto/non statuto. Qualche mal di pancia, poi alcuni cedettero, altri andarono via ed altri ancora giunsero a dare sostegno all’unione dei due con la folgorazione grillina sulla strada di Vico Nicolosi. E’ un fatto che non ha suscitato particolari clamori perchè nella politica italica siamo abituati a tutto anche ai matrimoni di convenienza.

Il tempo, però, mai come in questo caso è impietoso e mostra i segni di un matrimonio senza sentimento.

Così, passo dopo passo, l’amministrazione Alì venne costruita all’insegna del moderatismo e, in qualche modo, del tecnicismo. Entrarono in squadra uomini e donne che non avevano avuto nulla a che fare con il M5S (tranne qualche rapida apparizione last minute dell’assessore La Rosa) tanti consiglieri comunali di maggioranza si aggregarono al gruppo pentastellato senza che nessuno li aveva mai visti in un banchetto del M5S e senza alcun passato politico identificabile con il “vaffanculo” di grillesca memoria.

Quando arrivano i provvedimenti sono strappi dolorosi per chi ha un’identità pentastellata. Prima l’aumento degli emolumenti per sindaco e assessori, poi aumento degli emolumenti per i consiglieri comunali (una miseria) e per il presidente del consiglio comunale, poi l’apertura di piazza Duomo al traffico veicolare privato (Palmina Fraschilla, Doriana Zappalà ed altri contorti per il mal di pancia e in attesa della superprogrammazione dell’assessore Carmelo Grasso). Ed ancora le dimissioni del cda della Fondazione del carnevale volute dal sindaco Alì e le contorsioni gastriche per l’on. Foti sono state così potenti da far tremare il Palazzo. 

In ogni caso il sindaco decide di allargare la giunta e mette dentro un giovane proveniente dalla destra, un tecnico e un moderato cattolico, di pentastellati neanche l’ombra. In consiglio comunale stare dalla parte di chi governa toglie la parola ad ogni rigurgito grillesco e la minestra neodemocristiana è servita.

Inoltre per sgombrare il campo da ogni dubbio ecco che Alì nomina presidente della fondazione del carnevale l’avv. Gaetano Cundari (ultima apparizione politica nel 2009 come candidato sindaco del PD). Un nome, quello di Cundari, certamente e potenzialmente in grado di dare un senso alla manifestazione carnevalesca e, forse, anche di trovare il modo per pagare i debiti ma sicuramente non possiamo minimamente affiancarlo alla storia politica del M5S; tutt’altro. Ultimo (ma c’è ne saranno altri) capitolo di un’amministrazione caotica è relativo alla querelle con il vescovo per le date del carnevale che sforano nella quaresima. Il vescovo si fa sentire e il passo indietro del sindaco e della fondazione del carnevale è, praticamente, immediato. Quando si dice carattere e determinazione, quando si dice che esistono i poteri prima ancora che il bene comune.

L’on. Foti si tiene alla larga di questo caos politico amministrativo anche se dovrebbe essere proprio lei per prima a sfiduciare e divorziare definitivamente dal sindaco Alì. Prima che sia troppo tardi e prima che le gaffe e le smentite e le imprecisioni diventano un problema assai concreto per la città. Ovviamente il futuro politico per questa amministrazione e per tanti consiglieri comunali è già passato, finito.

(mAd)

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