Nel 1995 un ragazzo di 27 anni si presentò sul palco del Festival di Sanremo con una canzone che lasciò tutti un po’ sorpresi: “L’uomo col megafono”, un brano sulla disillusione giovanile nei riguardi della politica. Lui era Daniele Silvestri.
Quel brano vinse il premio “Volare” della critica per il miglior testo Da lì la sua carriera in ascesa non si sarebbe fermata più ed oggi che quel ragazzo è diventato un uomo di 47 anni, viene considerato uno dei migliori cantautori italiani.
Il suo disco di esordio, porta semplicemente il suo nome ed ha ricevuto la Targa Tenco per il miglior album d’esordio.
Un artista poliedrico Daniele Silvestri, che in quegli anni inizia una produttiva collaborazione con un altro grande della musica contemporanea italiana, Max Gazzè, che compare come bassista nel suo terzo disco “Il dado”. In questo disco, così come in tutte le produzioni di Silvestri, non manca l’impegno e l’attenzione verso temi sociali e politici. Nel Dado infatti, è presente uno dei brani più ‘politicamente’ impegnato del cantautore romano: “Cohiba”, la canzone ispirata a Che Guevara e alla rivoluzione cubana.
La musica di Daniele Silvestri si è spesso intrecciata con il teatro ed il cinema. Ha firmato le colonne sonore del film Cuori al verde di Daniele Piccioni, dello spettacolo teatrale Repertorio dei Pazzi della Città di Palermo di Nini Ferrara, musiche per le quali riceve il Premio Nazionale ETI Giovani per il Teatro.
Luis.
