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“E se domani….”

Il 23 febbraio 2018 viene arrestato il sindaco di Acireale Roberto Barbagallo con l’accusa di aver fatto intimidire due commercianti ambulanti per fini elettorali.  L’11 luglio 208, Il tribunale del riesame accoglie il ricorso dei difensori dell’ex sindaco di Acireale e, dopo centotrentotto giorni tra carcere e domiciliari, Roberto Barbagallo torna in libertà. Così come lo stupore e l’incredulità aveva attraversato la città come un vento gelido per la notizia dell’arresto, la scarcerazione è stata vissuta da tanti cittadini con un sospiro di sollievo.

La fiducia per la Magistratura deve rimanere incrollabile perché l’autonomia e l’indipendenza di uno dei poteri dello Stato deve essere sempre linea guida di ogni riflessione intorno al tema della Giustizia, va ricordato, inoltre,  che il lavoro delle Procure in tutta Italia è, di fatto, l’unica barriera al dilagare della corruzione e dei reati amministrativi. La fiducia va anche riposta al processo, ovvero quando le parti si compongono per celebrare lo Stato di Diritto dentro l’aula di Giustizia. PM, Giudici, Avvocati produrranno atti e tesi che alla fine dell’iter decreteranno il giudizio. Primo grado, secondo e cassazione determineranno la colpevolezza o l’innocenza dell’imputato, fino ad allora tutti sono innocenti.

Per la questione che riguarda l’ex sindaco Barbagallo è stata fissata la prossima udienza ad ottobre di quest’anno e vedremo come si svilupperà e cosa si deciderà. Al momento sappiamo che il capo d’accusa è sempre lo stesso contestato al momento dell’arresto e che “le indagini non sono chiuse”.

Dopo questa lunga ma necessaria premessa, andiamo al “…. se domani”.

Come in ogni Stato di Diritto l’ex sindaco Barbagallo potrebbe essere colpevole o innocente dei fatti che gli sono stati imputati. Nella prima ipotesi aggiungeremo sconforto a quello già avuto quel 23 febbraio ma nell’ipotesi della sua innocenza una riflessione andrebbe fatta. Ed è una riflessione che parte non certo dall’operazione della Procura ma in riferimento alla misura del restringimento della libertà: il carcere.

Oggi ci chiediamo se non sarebbe stato sufficiente un avviso di garanzia, ci chiediamo (sempre davanti ad un’ipotesi di sentenza di non colpevolezza) come deve sentirsi un uomo che ha vissuto centotrentotto giorni all’inferno, chi e quando potrà restituirgli la serenità e la salute perduta tra le mura del carcere? Ma tutto questo rimane nel concetto etereo del “se”, ipotesi,  possibilità, congetture. Ma è un “se” plausibile fin quando ci sarà un “ragionevole dubbio” ed è un “se” che va tenuto in considerazione.

Sono trascorsi tanti mesi e non abbiamo mai detto una sola parola intorno a questo difficile capitolo della storia acese se non riportando la fredda cronaca, restiamo della convinzione che la Magistratura va rispettata ed anche protetta e sostenuta e restiamo convinti garantisti e rispettosi della Stato di Diritto che si compone, quando si va a processo, da giudici, pubblica accusa e avvocati difensori. Lì e solo in quel luogo si produce e si determina la verità processuale.

“E se domani” dovessimo trovarci davanti ad una sentenza di assoluzione allora significherà che Roberto Barbagallo è stato privato troppo a lungo della libertà ed ha pianto lacrime che non avrebbe dovuto versare?

(mAd)

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