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Farsi male a scuola: esiste l’assicurazione?

 

Molti ci chiedono se i bambini a scuola sono assicurati, per quali infortuni e chi deve pagare il premio assicurativo. Abbiamo, quindi, estratto dei resoconti da AltroConsumo e Associazione Italiana Genitori che fanno chiarezza su questo argomento.

Cosa succede se il tuo bambino si fa male o fa male a un compagno mentre è a scuola? Nei casi di infortuni tra i banchi entrano in gioco le assicurazioni scolastiche. Ma cosa sono e come funzionano? Ecco alcune domande che ti aiutano a chiarire ogni dubbio.

L’assicurazione scolastica è obbligatoria? No. Di solito però è la scuola stessa che, con delibera del Consiglio di Istituto, propone ai genitori una polizza integrativa infortuni e responsabilità civile. Se la scuola sottoscrive un’assicurazione di questo tipo, i genitori sono obbligati ad accettarla, pagando il premio annuo.

Come si riconosce una buona assicurazione?
Questa polizza copre gli incidenti che vostro figlio può subire o provocare durante l’intero orario scolastico. Quindi sia la responsabilità civile, un danno provocato a un altro bambino, ad esempio la rottura degli occhiali, sia gli infortuni subìti a scuola. Inoltre all’interno della polizza è assicurato anche il percorso da e verso la scuola.

Chi la paga?
I genitori. Di solito si tratta di una cifra abbastanza bassa, in media sui 7-8 euro l’anno.

Cosa copre?
Un buon contratto di assicurazione prevede sia infortuni che responsabilità civile a carico degli alunni per tutte le attività previste anche all’esterno della scuola e contempla i rimborsi per tutte le spese sostenute.

Come si fa a chiedere il rimborso se vostro figlio subisce un infortunio?
Il rimborso va chiesto alla società assicuratrice che ha emesso la polizza sottoscritta dalla scuola. I moduli di solito si chiedono in segreteria.

La scuola ha una propria assicurazione obbligatoria?
Si. Le scuole sono obbligate a sottoscrivere una polizza assicurativa con l’Inail per ogni alunno. Si tratta di un’assicurazione che garantisce solo per gli infortuni che si svolgono nel corso delle attività di laboratorio e di educazione fisica. (fonte Altroconsumo.it)

Chi paga l’assicurazione degli alunni?

A fronte della richiesta da parte del Consiglio d’Istituto, vorrei sapere a chi spetta legalmente il pagamento dell’assicurazione per responsabilità civile e infortuni. Mi scuso se la domanda può sembrare banale ma, stranamente, non riesco a trovare legislazione chiara in merito.

L’assicurazione degli alunni al limite non sarebbe obbligatoria (ed è per questo forse che non ha trovato riscontri normativi) a patto però che questi non si muovessero mai dal banco, perché qualsiasi attività extra potrebbe configurare responsabilità sia a carico della scuola (culpa in vigilando) che dei genitori (culpa in educando) tali da sconsigliare una simile omissione.
E’ da sempre consuetudine che il contratto sia stipulato dalla scuola e pagato dai genitori (un tempo era lo stesso Ministero a indicare la società assicuratrice), e si tratta per questo di un contratto improprio, mai messo però in discussione in quanto non gioverebbe a nessuno: né ai genitori che singolarmente pagherebbero moltissimo di più, né alle società assicuratrici che perderebbero clienti, né alle scuole che resterebbero esposte ad onerose azioni giudiziarie. Un buon contratto di assicurazione prevede sia infortuni che responsabilità civile a carico degli alunni per tutte le attività previste dal POF (anche esterne alla scuola); contempla altresì rimborsi per tutte le spese sostenute a un costo medio che si aggira intorno ai 7-8 euro annui.
Da tenere presente che è espressamente vietato che venga posto a carico dei genitori il premio di assicurazione per la responsabilità civile della scuola e del suo personale.

E’ suo diritto ottenere una copia del contratto di assicurazione e chiedere ai genitori eletti in Consiglio di Istituto di adeguare se necessario le clausole di tutela. A volte basta qualche decina di centesimi in più per avere la certezza di essere assistiti e rimborsati in toto in caso di bisogno. (fonte Associazione Italiana Genitori)