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Fermata Cappuccini, di Ivan Castrogiovanni

Non sono entrato finora  nel merito della nuova (la terza) stazione ferroviaria, che sorgerà  tra lo storico ex campo sportivo e la ss. 114, perché speravo che fosse ancora vivo anche il ricordo dei miei scritti e della mostra di architettura “Il Ventaglio” , patrocinata dall’Amministrazione comunale dell’epoca e da me curata, dacché quest’ultima si riservava ufficialmente di tener conto, in caso di intervento sulle aree oggetto di elaborati, delle soluzioni progettuali (deliberaz. G.M. 2299 del 21.12.1985).

Già nel 1980 avevo ‘fermato’ l’idea in un primo schizzo che qui ripropongo, e che ritengo tuttora valido: in esso, immaginato a volo d’uccello dalla statale 114, è possibile individuare a sx il complesso dei Cappuccini; segue il rettangolo di p. Roma (privo di alberi per esigenze di rappresentazione) cui è attaccata, alla stessa quota, una piastra corrispondente all’attuale campo sportivo, sotto cui, come fanoni di una balena, stanno i pilastri aggettanti dell’edificio viaggiatori con, dietro, non visibile ma intuibile,  un parcheggio coperto per macchine – e autobus – capace di ospitare comodamente seicento veicoli. Il campo sportivo appare come un posteggio con qualche autobus raffigurato (con l’imbarazzo della scelta di piazzarvi pure un eliporto) ma nulla vieta di riproporvi, appunto, il rettangolo di gioco e le tribune esattamente a quota di p.za Roma e vl. Regina Margherita, non rinunciando all’indimenticabile ‘Comunale’. Nessuna necessità, quindi, di ridimensionare il campo sportivo. Da dove nasce, allora, la ridda di voci che l’Amministrazione si diverte a tenere in caldo, ben sapendo che i meriti (o le più probabili  inutili lagne a fatto compiuto) se li prenderà il metamorfico Stato, in assenza di persone che si carichino la responsabilità storica di aver voluto un progetto con caratteristiche chiare e spiegate all’opinione pubblica?

Una soluzione l’aveva data, partecipando alla mostra “Il Ventaglio”, l’architetto Mario Ardita, docente all’Università di Milano, acese, oggi non più tra noi, che immaginava  un parcheggio su due livelli per complessivi 700 posti, eliminando però l’area di gioco trasferendola al Tupparello. Chiunque voglia, troverà alla Zelantea il catalogo della mostra con  gli elementi essenziali del progetto. L’idea di Mario andrebbe però portata a sintesi col mio antico progetto, che permetterebbe, al costo di pre-vendita di trentamila euro a posto macchina coperto ai privati, di gestire immediatamente  diciotto milioni di euro con cui costruire la piastra- posteggio e rifarci sopra il campo sportivo. Ma l’Amministrazione, quella che tutti hanno imparato a conoscere in questi pochi anni, non ha alcuna intenzione di entrare, dicevo, per meriti speciali nella Storia. “Non mintemu troppu puddicini ‘o suli”. Meglio far sbrogliare la matassa alle FS.

(Ivan Castrogiovanni – architetto) – Foto: Ivan Castrogiovanni, stazione  FS ai Cappuccini, primo schizzo, 1980.

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