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Fichera, Alì e il Movimento 5 Stelle. E’ andata così.

ACIREALE – Ho sempre pensato che il primo compito di chi si occupa e ama l’informazione, la comunicazione e la divulgazione è quello di produrre un “racconto” che sia quanto più fedele possibile ai fatti, pur cosciente che non esiste necessariamente una sola verità ma diverse angolazioni del reale, che nella loro molteplicità, completano i fatti. Detto ciò, è mio desiderio raccontare il passaggio politico che ha infiammato la giornata di ieri (15/06/2018) e mi riferisco alla questione legata all’eventuale delega assessoriale non assegnata all’ex assessore della giunta Barbagallo l’avv. Francesco Fichera.
Non esprimerò concetti personali sul lavoro svolto dall’ex assessore all’Ambiente del Comune di Acireale ne voglio giudicare le modalità di gestione della faccenda del candidato sindaco del M5S Stefano Alì e non voglio neanche analizzare l’eventuale “purezza” o dilettantismo degli attivisti del Movimento pentastellato e, infine, neanche voglio approfondire il ruolo, secondo me legittimo, svolto dall’on. Angela Foti in tutta questa vicenda. Voglio raccontare i fatti esattamente come li conosco.
Il candidato sindaco Stefano Alì sin dall’inizio della campagna elettorale ha sempre pensato di voler portare nella sua squadra le competenze e l’impegno svolto dall’ex assessore Fichera. Ovviamente di questo il candidato Alì ne aveva parlato con Fichera che aveva deciso di accettare la delega “per mettere a disposizione della città l’esperienza acquisita nel campo”. Un passaggio complesso e delicato sia per l’aspetto politico (continuità/discontinuità) sia per quello strettamente legato al regolamento del M5S. In ogni caso Alì, che aveva già collaborato con Fichera alla costruzione di una banca dati per scovare evasori e morosi TARI,ed ha, quindi, provato, così come ha potuto, ad inserire Fichera in squadra.
Nella giornate vicinissime alla presentazione delle altre due deleghe a completamento della squadra la scelta di Alì di inserire l’avv. Fichera non è stata condivisa dagli attivisti che, in riunione, non hanno voluto accettare e condividere la scelta del loro candidato sindaco. Un candidato sindaco che, non certo come per le elezioni del 2014, li ha portati al ballottaggio ed una lista che, sempre non come il 2014, ha ottenuto il primato del partito più votato anche per le elezioni amministrative.
Questi i fatti. Ora passiamo alle polemiche. Dagli avversari politici di Ali si è sottolineato il fatto che lo stesso non ha avuto il potere decisionale di scegliersi la squadra. In parte è vero ma in massima parte no. Gli assessori sono stati scelti da Alì tutti ma, lo stesso, ha subito il veto per Fichera. Questa decisione può essere vista in tanti modi. Non ha avuto il potere di scegliere tutta la squadra? Ha voluto condividere le regole interne del M5S? Non ha voluto creare fratture con gli attivisti a pochi giorni del ballottaggio?
Tutte analisi possibili e reali ma certamente che non possono essere liquidati dagli avversari politici come “mancanza di autorevolezza” anche perché il M5S ha sempre affermato che le loro decisioni sono sempre collegiali e sancite da votazioni interne. Del resto, è noto, che in tutti gli schieramenti la scelta della squadra teoricamente spetta al candidato sindaco ma, di fatto, è un rituale che passa attraverso dinamiche collegiali e condivise e spesso legate al famoso manuale Cencelli. Succede sempre e ovunque ed è assolutamente semplice andare a verificare quanto affermato basta andare a vedere come sono stati scelti gli assessori dall’ex sindaco Garozzo o dall’ex sindaco Barbagallo ma anche ancora prima e sin da sempre. Non è uno scandalo prendere atto degli orientamenti degli attivisti, della dirigenza politica, della linea politica da condividere.
Infine. L’errore, se così vogliamo chiamarlo, di Alì è stato quello di non aver proposto Fichera ai suoi sin da subito in modo tale da non lasciare ad aspettare l’ex assessore fino al novantesimo minuto. Ma queste sono scelte personali in cui non desidero addentrarmi.

(mAd)

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