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Georgios Papandreu è impazzito o è rinsavito? di Enzo Coniglio

grecia

Penso sia successo a voi quello che è successo a me questa mattina quando ho esaminato 13 giornali nazionali ed internazionali e un’ampia rassegna di media. E’ stato sbattuto in prima pagina un “nuovo inatteso mostro”: il Primo Ministro greco del Movimento Socialista Panellenico (PASOK), Geòrgios Papandreu, per gli amici Yòrgos.

E’ accusato di aver provocato il tonfo dei mercati e delle borse mondiali durante il martedì nero di ieri e di aver creato le premesse per una potenziale implosione dell’Euro: cosa non da poco.

E quale strumento diabolico avrebbe utilizzato per perpetrare tanto esecrando crimine? Aver annunciato che non intende accettare un secondo presunto “piano di salvataggio” dall’Unione Europea (UE) e dal Fondo Monetario Internazionale (FMI) senza aver acquisito preventivamente – attraverso un referendum – il parere dei suoi concittadini, già stremati dal primo “piano di salvataggio” dagli effetti disastrosi, come vedremo.

Non vogliamo assumere la difesa di ufficio di Yòrgos che seguiamo dal 2009; vorremmo soltanto fornirvi alcuni dati che probabilmente non troverete nelle vostre fonti di informazione e che vi possono aiutare a capire le fattezze di questo “terribile mostro”.

Yorgos Papandreu non è uno sprovveduto come si è cercato di far credere, nè un vecchietto in fase avanzata di Alzheimer. E’ nato 59 anni fa negli Stati Uniti da padre greco, docente universitario, e da madre americana; ha compiuto i suoi studi in Canada, a Toronto, nel Massachussets e a Stoccolma, prima di approdare alla London School of Economics e successivamente alla Harvard University. Non c’è proprio male come “cursus studiorum”.

La sua “competenza politica” non è da meno facendo egli parte di una autentica ‘dinastia politica’ di ben tre Primi Ministri: nonno Geòrgios, padre Andreas e lui stesso Primo Ministro dall’ottobre 2009. In precedenza, aveva ricoperto gli incarichi di Vice Ministro e di Ministro della Pubblica Istruzione e degli Esteri. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali di prestigio per le sue campagne a difesa dei diritti umani; ha inoltre cercato di raffreddare la disputa su Cipro e Albania differenziandosi dai suoi predecessori.

Questo il profilo del Mostro sbattuto in prima pagina.

Quanto ai precedenti della crisi greca, cerchiamo di ricordare alcune tappe significative attraverso alcune scarne cifre e fatti essenziali ma parziali data la natura e la lunghezza dello scritto.

E’ bene ricordare che i cittadini greci non hanno mai accettato, dallo scoppio della prima crisi nel luglio 2010, il precedente piano anticrisi e hanno protestato con decisione davanti al Parlamento che approvava le misure di austerità affrontando con decisione le forze di sicurezza. In particolare non hanno mai accettato di pagare per accordi e inciuci compiuti dai banksters internazionali e da membri dell’establishment finanziario e politico greco, consapevoli che negli ultimi venti anni i Signori della finanza hanno monopolizzato la democrazia riducendola ad una pura DOXA, ad una pura finzione, attraverso la finanziarizzazione dell’economia.

 

Il popolo greco inoltre non ha digerito e non digerisce tutt’ora che a pagare sia il ceto basso e quello medio mentre i grandi armatori e investitori non sono stati neppure scalfiti da misure da “lacrime e sangue”; un pò quello che si rischia di fare in Italia.

L’Unione Europea era a conoscenza da diversi anni che la Grecia non aveva alcun avanzo primario, che il deficit nel 2010 era nell’ordine del 10% e il debito del 142% del PIL. E’ solo a metà del 2010 che Bruxelles offriva un prestito di 110 miliardi . Era evidente che tale somma era del tutto insufficiente per rimettere in moto l’economia anche perchè le misure collegate alla concessione erano tutte di natura restrittiva e servivano soltanto ad assicurare le banche e i banchieri speculatori che sarebbero rientrati dei loro prestiti.

E’ bene ripeterlo in maniera chiara: non era assolutamente una misura per salvare il popolo greco ma serviva sostanzialmente per “rasserenare il mercato”!

Naturalmente questo prestito si è rivelato insufficiente persino a ripagare totalmente gli speculatorigrazie anche all’aumento degli interessi sul debito e, coerentemente la UE e il FMI si sono decisi ad offrire alla Grecia nel luglio 2011, ulteriori 109 miliardi di Euro di cui il Tesoro greco ne ha ricevuto soltanto 34; la parte residua sarà sacrificata al Moloch – dio- mercato – capitale: un popolo sottoposto a sacrifici disumani per far scoppiare di ricchezza chi è già straricco!

Alla luce di questi dati, appariva chiaro a tutti che la Grecia di fatto era già in default e si manteneva in vita artificiale per spolparla ulteriormente. Era evidente a tutti che occorreva presto un secondo piano di salvataggio. Ed è a questo punto che Yòrgòs si è deciso a dire NO sapendo bene che il suo popolo non avrebbe potutro sopportare ulteriori sacrifici disumani: sarebbe scoppiata una autentica rivoluzione.

Volete ridere o piangere, decidete voi ma leggete e meditate: lo stesso Fondo Monetario Internazionale (FMI) a cui spetterebbe il controllo e l’aiuto effettivo per salvare lo Stato ha dovuto ammettere, obtorto collo, alla luce dei dati certi e accertati che dal 2010 al 2011 – in un solo anno – il PIL greco si era contratto del 9,4% e nel secondo semestre del 2011 si contrarrà del 6,9% a causa della ricetta suggerita che ha letteralmente STRANGOLATO il Paese.

Occorre inoltre ricordare che il capo dell’opposizione, Antonis Samaras, leader del partito Neo Demokratia ed ex compagno di università negli USA di Yòrgos, sta chiedendo a gran voce ai cittadini greci, di non accettare il Piano europeo e accusa con veemenza Yorgos di svendere la Grecia agli stranieri. In particolare ricorda come oltre la metà del debito greco è posseduto dalle banche tedesche e francesi che chiedono a gran forza la privatizzazione delle imprese greche per poterle poi acquistare con un piatto di lenticchie!

In questo contesto, si capisce bene l’animosità e l’interesse di Sarkozy e della Merkel ma si può forse anche capire la reticenza e la decisione, anche se tardiva, di Papandreou.

Alla luce di questi dati essenziali, ribadiamo quanto già affermato in un precedente articolo sull’argomento su questo giornale: che cioè i Greci non sono in grado di ripagare il debito contratto dalla classe dirigente e che adesso si vuole far pagare ai poveracci riducendoli in una autentica schiavitù.

Ma che succede se gli schiavi, gli animali da soma, prendessero coscienza e non volessero pagare il debito e, con loro, gli altri potenziali od effettivi schiavetti deglialtri paesi dei PIIGS? Il sistema rischierebbe di saltare!

Si capisce quindi la corretta e coerentemente veemente aggressione effettuata martedì scorso dagli speculatori sulle borse mondiali. Dichiarare guerra, creare panico, mettere in ginocchio l’Europa affinchè paghi e non faccia saltare il sistema all’interno del quale èssa stessa si colloca.

Ripenso a tutto questo; ripenso al Mostro sbattuto in prima pagina e mi viene forte il dubbio che il vero mostro ha un nome diverso, orribile, spietato, senza scrupoli, capace di tutto: è quel mostro che noi abbiamo allevato nel nostro ventre, una serpe velenosa che fa impallidire la santa serpe della Genesi.

Abbiamo gli anticorpi per schiaccarle il capo purchè agiamo subito e insieme, con assoluta decisione. Se la decisione di Yòrgos – comunque rischiosa e azzardata – servisse a riconsiderare il sistema, non potremmo che dirgli: GRAZIE.

Forse non è impazzito ma, al contrario, è rinsavito.

(Enzo Coniglio) 03 novembre 2011

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