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Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità.

Martedì 3 dicembre p.v. ricorre la giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità che è stata voluta dall’ONU nel lontano 1981.

Si è fatta parecchia strada da allora ad oggi, ma se ci interroghiamo sulla qualità della vita di queste persone all’interno delle nostre città e vogliamo cogliere quali possibilità di sviluppo e di benessere si offrono loro, non possiamo che rilevare come queste siano frammentate, disomogenee e comunque, parafrasando Battiato, tardano ad arrivare.

I nostri ragazzi, specie dopo gli anni della scuola superiore, sono troppo spesso invisibili. Fanno parte a pieno titolo di quella “anti-città” nella città, che Papa Francesco con grande energia ha recentemente evidenziato agli occhi del mondo. Insieme a tutti gli altri ultimi, vivono le loro “non relazioni”. Solitudini assordanti per le quali occorre che i familiari “accettino” e si “consapevolizzino”: il primo gradino verso un futuro che poggia sul limite, sulle difficoltà. E che impedisce di fare troppi voli pindarici. Di farsi troppe aspettative inutili.

Se già oggi sono destinatari di poche attenzioni, quali attenzioni riceveranno quando i loro genitori non ci saranno più?

Bertolt Brecht, nell’opera “Ascesa e rovina della città di Mahagonny”, scriveva: “Le nostre città hanno di sotto le fogne, dentro nulla, di sopra lo smog. Nulla abbiamo goduto e ancora le abitiamo: esse lentamente, noi rapidi deperiamo.” 

Come dire che se non risolviamo il problema di costruire legami di prossimità, non riusciremo a rendere le città aperte alla speranza. Non all’illusione, alla speranza. E senza speranza che vivibilità potranno mai avere?

La speranza è una cosa concreta. E’ fatta di fatti. Di piccoli passi che ti portano sempre più avanti. E’ fatta da scoramenti in cui sembra che ti devi rassegnare, ma poi … magari tutti insieme si fa finalmente qualcosa di buono.

E allora vai con la fiducia. Anche se non sai a priori se è ben riposta. Anche se qualche volta ti senti fuori contesto. E vai con la condivisione e l’entusiasmo. Solo così potremo tentare di costruire un futuro diverso, adulto, in piena e autentica inclusione per questi ragazzi. Con diritti certo, ma anche con tutti i doveri cui possono far fronte.

Buona settimana della disabilità a tutti.

Nello Pomona

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