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I tentativi di Pietropaolo non sono nulla. Mancano i piani: put e pum

corso-savoia-trafficoLa redazione del Piano Urbano del Traffico (PUT) è prevista dall’art. 36 del Nuovo codice della strada (Decreto Legislativo 30/04/1992, n. 285). Le Direttive per la redazione dei PUT sono state emanate dal Ministero Lavori Pubblici (G. U. n° 77 del 24/6/1995).

La città di Acireale non si è mai dotata di questo strumento. Un serio piano del traffico deve prevedere: Un piano organico dei flussi veicolari e la sosta degli stessi, le piste ciclabili, indagine sul servizio di trasporto pubblico, l’analisi dei livelli di incidentalità e l’analisi delle zone con particolari criticità in relazione all’inquinamento veicolare. Molti comuni italiani si sono dotati di questo essenziale strumento già dal 1993, considerando lo stesso alla base della vivibilità urbana. Acireale, è noto, è rimasta sempre a guardare ed ha deciso di non investire per la redazione di un serio piano per il traffico e la viabilità. E’ un problema di non poco conto se consideriamo che nella nostra città, ad oggi, appare impossibile anche riuscire a sanzionare quelli che regolarmente (sono seriali) parcheggiano l’auto in alcune vie della città segnate con il divieto di sosta.

Insieme al PUT un altro strumento indispensabile per regolare e migliorare la vita dei cittadini e degli automobilisti e il “PUM”. Il Piano Urbano della Mobilità è lo strumento di pianificazione introdotto dalla Legge n° 340 del 21/11/2000 in tema di mobilità e trasporti che si prefigge, in un orizzonte temporale di medio-lungo periodo (10 anni), di: – formulare scenari di previsione; – definire misure orientate a migliorare l’efficacia del sistema infrastrutturale e a regolare la domanda di mobilità, attraverso la pianificazione territoriale e urbanistica; – sviluppare un “Progetto di sistema” basato su strategie e obiettivi. Una volta redatto il “pum” è altresì importante seguire le indicazioni della Convenzione di Aarhus, recepita dall’Unione Europea con la direttiva 2003/35/CE, inerenti la “Partecipazione pubblica allo sviluppo di piani, programmi e politiche riguardanti l’ambiente”. Anche quest’altro strumento nella nostra città non è stato mai redatto.

Il tutto, quindi, viene lasciato all’improvvisazione dell’assessore al ramo, al comandante dei VVUU, a qualche tecnico interno che, possibilmente, non ha alcuna esperienza rispetto all’argomento in oggetto. Se Acireale, quindi, sguazza nel caos, nella confusione, se si fanno esperimenti che lasciano il tempo che trovano, se non si riesce a decongestionare il centro, se le autovetture sono ovunque il motivo è preso chiarito.

Non abbiamo piani seri per regolamentare una materia assolutamente indispensabile per le città che pretendono di promuovere vivibilità. Appare evidente che ad Acireale siamo ancora prima dell’anno zero, abbiamo un ritardo ventennale che ha prodotto solo inciviltà, deregulation e iniziative convulse dettate da nessuna conoscenza specifica dell’argomento.

(mAd)

 

 

 

 

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