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Il continuo lamento dei soliti noti. Isola pedonale, ora!

isola-pedonale-si-o-noDi tanto in tanto sul quotidiano catanese leggiamo dei soliti che si devono sempre lamentare per ogni iniziativa che prevede la chiusura al traffico veicolare del centro di Acireale. E’ ormai una litania che non produce altro che analisi superficiali e, spesso, datate e insignificanti.

La chiusura al traffico veicolare in occasione della “nivarata” ha portato al centro e a piedi alcune migliaia di persone ed è stato un beneficio non solo per la salute pubblica ma anche per gli esercizi commerciali. Eppure dalla voce di alcuni esponenti della categoria degli esercenti abbiamo dovuto leggere delle cose che non hanno davvero alcun senso. “Anche se c’è gente non compra nessuno”, ed ancora “chiudere è sbagliato la gente non ha potuto fare acquisti mordi e fuggi”, ed infine “il traffico era impazzito nelle vie adiacenti al centro città”.

Crediamo che la crisi che attanaglia il commercio cittadino sia certamente frutto di un crisi del potere di acquisto che subiscono fasce sempre più ampie della società e crediamo che un colpo ben assestato alle piccole imprese del centro urbano acese, lo danno, ogni giorno, i numerosi centri commerciali che insistono nel nostro territorio come non si vede in nessuna altra parte d’Italia. Inoltre siamo convinti che se per acquistare dobbiamo per forza utilizzare il mezzo di locomozione privato, allora questo significa che siamo davanti ad una modalità imprenditoriale che non è al passo con i tempi e che non ha compreso quali e come sono gli sviluppi delle città già da alcuni decenni a questa parte.

L’isola pedonale e la pedonalizzazione del centro storico e commerciale di Acireale deve essere istituita perché solo così facendo si incentiva l’uso di mezzi ecologici (biciclette), la necessità di alcune navette (sappiamo che sono quattro le navette che l’Ente intende acquistare), si incentiva la possibilità di girare in più negozi per acquisti più ragionati e senza la fretta di dover andare a spostare l’automobile.

Insomma questa lunga storia sta diventando un argomento seriale che non trova soluzioni condivise. Ma, del resto, ci chiediamo, come si può condividere la critica alla “nivarata” perché riempie di gente le vie del centro? Come si può condividere chi ancora crede che il proprio fatturato si incrementa non con una buona strategia di mercato e di comunicazione ma con gli “acquisti al volo”, magari con la mano protesa dal finestrino dell’automobile? Come possiamo ancora rimanere ostaggio di una categoria che non vuole lo sviluppo ergonomico della città ma urla sempre per il mantenimento di un “modus vivendi” che è tragicamente superato in ogni città civile?

Ovviamente la prossima iniziativa con relativa chiusura del centro al traffico veicolare sarà ancora salutata da altre dichiarazioni sul quotidiano catanese e sarà, come sempre, occasione di dibattito. Se avessimo i regolamenti per indire il referendum cittadino potremmo, una volta per tutte, dire la nostra su questa decennale e stucchevole questione. Una questione che paralizza la città da troppo tempo. La parola ai cittadini perché nessuno deve essere ostaggio dalla confcommercio locale.

(mAd)

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