Uno dei comportamenti più comuni che abbiamo dovuto apprendere in questa fase di crisi da Covid19 è certamente quello di dover indossare la mascherina quando dobbiamo entrare in un qualsiasi pubblico esercizio.
Per le persone con disabilità psicofisica complessa, questo apprendimento può rivelarsi davvero impossibile da realizzare. Lo sa bene chi ci governa tanto che il DPCM 26 aprile 2020, all’art.3 comma 2, introduce una deroga all’obbligo dell’uso di mascherine per bambini sotto i 6 anni e persone con alcune forme di disabilità.
“Ai fini del contenimento della diffusione del virus COVID-19, è fatto obbligo sull’intero territorio nazionale di usare protezioni delle vie respiratorie nei luoghi chiusi accessibili al pubblico, inclusi i mezzi di trasporto e comunque in tutte le occasioni in cui non sia possibile garantire continuativamente il mantenimento della distanza di sicurezza. Non sono soggetti all’obbligo i bambini al di sotto dei sei anni, nonché i soggetti con forme di disabilità non compatibili con l’uso continuativo della mascherina ovvero i soggetti che interagiscono con i predetti.” Chiarissimo.
Tuttavia una brutta discriminazione l’ha subita il piccolo Matteo ed i suoi genitori Manuela e Piero che si sono visti negare l’accesso all’IKEA, perché il bambino – affetto da una complessa Sindrome – non è in grado di sopportare l’uso della mascherina.
Non solo, al danno si aggiunge anche la beffa. Scrive Manuela Cirvilleri nel suo profilo Instagram: “Dopo 8 minuti dalla mia diretta su facebook davanti ad IKEA, dove denuncio l’ingiustizia subita, per non esser potuti entrare con mio figlio disabile fisico e mentale (che non porta la mascherina) mi è stato bloccato il profilo facebook ed il post è stato oscurato…”
Oscurare l’account di un genitore significa toglierle uno spazio necessario di confronto e di sfogo. Un “cunotto” per citare Manuela. E dovremmo un po’ tutti riflettere su quanto è facile togliere quella che è diventata anche una forma di presenza nella nostra comunità.
Su questi strumenti puoi scrivere le cavolate più assurde e nessuno ti dice niente, se però una mamma ferita che difende i diritti del figlio fa una diretta per denunciare una discriminazione subita … apriti cielo!
Noi genitori di persone speciali abbiamo, chi più chi meno, fatto esperienze di discriminazione sui diritti dei nostri figli e comunque sappiamo che possono essere sempre dietro l’angolo. Tuttavia non ci si abitua mai.
So che Manuela è battagliera e certamente si darà da fare e sono stato anche informato del fatto che l’Assessore ai servizi sociali ed il nostro Garante per i diritti dei disabili si sono resi subito disponibili per Matteo, affinché venga rispettato nei suoi DIRITTI di entrare senza mascherina in qualsiasi esercizio pubblico.
Per parte nostra, sappiano i genitori che Fancity farà come sempre la propria parte e che per Matteo le nostre bacheche personali sono certamente a disposizione.
Nello Pomona