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Il declino del pane “cunzato”

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La crisi economica ha ridotto sensibilmente i consumi alimentari modificando profondamente le abitudini degli italiani, costretti a doversi privare di prodotti base della dieta mediterranea, dall’olio d’oliva al vino, dall’ortofrutta alla pasta fino al pane. Si pensi che per quest’ultimo alimento, il calo dei consumi è sceso al minimo storico dall’unità d’Italia.

Il 2014 è stato un anno drammatico per il calo dei consumi sui prodotti alimentari e bisogna ritornare al 1981 per ritrovare livelli di spesa simili.

Il crollo maggiore si è avuto per l’olio di oliva, con acquisti diminuiti del 25% e consumi pro capite scesi a 9,2 chili all’anno, dietro alla Spagna che fa registrare 10,4 chili e alla Grecia che con 16,3 chili domina la classifica. Il vino è calato del 19% con consumi che si aggirano attorno ai 20 milioni di ettolitri. Assai preoccupante è poi la situazione per la frutta e verdura fresca poiché, per effetto di un calo del 7%, i consumi per persona si sono fermati a poco più di 130 chili all’anno, che equivalgono a non più di 360 grammi al giorno rispetto ai 400 grammi consigliati dall’Organizzazione mondiale della Sanità.

Su questo argomento interviene con una nota la Coldiretti: “in Italia solo il 18% della popolazione di età superiore a tre anni consuma almeno quattro porzioni di frutta e verdura al giorno. In calo il consumo di pasta anche se gli italiani restano i maggiori consumatori con circa 26 chilogrammi all’anno a persona, che è tre volte il consumo di uno statunitense, di un greco o di un francese, cinque volte quello di un tedesco o di uno spagnolo e 16 volte quello di un giapponese. Non è però mai stato cosi basso il consumo di pane che, dall’inizio della crisi è praticamente dimezzato, scendendo nel 2014 al minimo storico con circa 90 grammi, pari a meno di due fettine di pane al giorno (o due michette piccole) a persona”