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Il Natale che ci piace. Solidarietà e integrazione

ACIREALE – Il Natale che ci piace è quello della solidarietà e dell’integrazione dei soggetti svantaggiati; è il Natale che pensa agli altri, ai meno abbienti, a chi non riesce ad andare avanti e chi non ha ancora trovato la strada per l’integrazione. E’ il Natale di chi pensa al prossimo con gesti concreti di solidarietà e di fratellanza.

A piazza Gusmana il circolo dei devoti di S. Sebastiano insieme ai tifosi dell’Acireale calcio e all’associazione Arte e tradizione, mettono insieme ormai da anni un banco alimentare per sostenere e dare una mano a chi non sa cosa mettere sulla tavola non solo per Natale ma ogni giorno dell’anno. Iniziativa giusta e partecipata che ogni anno trova la solidarietà dei cittadini che donano prodotti alimentari da consegnare alla casa famiglia comunità Papa Giovanni XXIII.

I ragazzi del “dopo di noi” al centro “polivalente della doce età” presentano il presepe dell’autodetrerminazione e le befane solidali. Un’esperienza natalizia che ha lo scopo di rendere partecipi alle iniziative natalizie tanti ragazzi e ragazze che portano sulle loro spalle il peso della disabilità. Un peso gravoso in una città che ancora presenta innumerovoli barriere culturali e che non riesce a pianificare progetti di lungo respiro. Azioni e motivazioni forti muovono questi ragazzi e i loro tutor che collaborano all’organizzazione, si mettono all’opera in silenzio e senza esporsi in “vetrina”. Gente seria e perbene che offre la propria professionalità per costruire percorsi di autodeterminazione.

D’altro canto la città soffre una crisi potente. Una crisi delle piccole imprese che rende tutto più complicato e difficile, crisi di cui ancora non si vede la fine del tunnel. Ad Acireale l’economia cittadina un tempo si reggeva anche per il contributo delle piccole imprese, dei commercianti, degli artigiani ma da anni ormai questo spina dorsale della microeconomia cittadina vive una crisi difficile, un periodo in cui trovare soluzioni per continuare a tenere la saracinesca alzata appare sempre più compicato. Una brutta storia che tante amministrazioni che si sono succedute non hanno voluto affrontare con la dovuta determinazione e lungimiranza. Bisognava comprendere in tempo quale doveva essere la sfida da affrontare e vincere, invece la potenza dei centri commerciali e la vendita per via teconologica sembra proprio avere squassato completamente la piccola impresa locale. Quello che bisognava fare era certamente dare bellezza e vivibilità alla città, producendo una concorrenza di alto livello e dando la possibilità ai cittadini e ai visitatori di immergersi nelle vie del barocco entrando ed uscendo da un negozio ad un altro. Invece si è pensato a cementificare ogni angolo di città, ci si è dimenticati della bellezza e della cura dei luoghi ed oggi tutto cade a pezzi, tutto è nella sciagura. Cosa fare? Bisognerebbe avere le idee chiare ed il coraggio per intraprendere un percorso alla ricerca della bellezza perduta e per la rigenerazione del centro storico.

In attesa di amministratori illuminati, ci prendiamo le giuste emozioni di un Natale solidale, di integrazione che ci stanno regalando alcune associazioni e tanti liberi cittadini.

(mAd)

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