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Il tredicesimo Apostolo ed il sesto Assessore

Voglio ricordare uno dei miei insegnanti di lettere al Paolo Vasta (scuole medie), la Professoressa Giuseppina Vigo che nel tracciare il mio profilo alla fine della terza media mi suggeriva gli studi umanistici.
Mi iscrissi al Commeciale: io, lumiaro, discendente di lumiari, pensavo che i limoni d’oro sarebbero durati in eterno.
Ora invidio chi ha fatto gli studi classici che schiudono la mente e allargano gli orizzonti a chi li affronta.

La Passione e Morte di Nostro Signore Gesù Cristo è la lettura ricorrente per tutta la Settimana Santa che stiamo vivendo.
Giuda è il protagonista in negativo, descritto come ladro dalla cassa comune e come traditore del Messia consegnato al Sinedrio per trenta denari.
Come Giuda viene indicato chiunque tradisca gli amici e le persone che hanno riposto in lui fiducia.
Tante volte mi sono posto la domanda se Giuda, più che svolgere il ruolo dell’infame prezzolato, non abbia svolto un ruolo fondamentale nel disegno divino. Senza Giuda la vicenda terrena del Cristo come si sarebbe svolta e conclusa? Dopo duemila anni sicuramente non saremmo qui a celebrare la morte e la resurrezione del Nazzareno.
Se Giuda si è comunque dannato impiccandosi, ha sicuramente inciso nella storia del mondo dandogli la svolta che ci ha condotti sino ai nostri giorni.Dei Giuda contemporanei potremmo parlarne all’infinito e non sufficienti le terre emerse per accumulare i campi del vasaio che si renderebbero necessari.Senza gli Iscariote nella politica, poi, non ci sarebbe gusto a seguirla, specie nelle vicende cittadine. Una aspirazione disattesa e subito scatta l’astio la rabbia la voglia di vendicarsi.
Saltare sul carro del vincitore o sussurrargli all’ombra dolci parole è immagine a cui tanti ci hanno abituati: il tutto fino a quando le aspettative risultano deluse…

Difetto comune a tanti, a troppi, è il sentirsi più furbi o addirittura più intelligenti degli altri. In tanti confidano e strafanno nel sopravvalutare i propri meriti e le proprie capacità.Oggi il Preside Alfonso Sciacca citava Solone: Soloni ad Acireale ce ne siamo tanti (me compreso); così come ci sono tanti tredicesimo Apostolo così come tanti aspiranti sesto Assessore.

I paladini della purezza lanciano gli strali più o meno documentati ma sempre ben elaborati. Le battaglie più pure e disinteressate sono loro, alla difesa della liceità e del buon governo.
A costoro la risposta la diede nel VII secolo Avanti Cristo quel tale Esopo, scrittore della Grecia antica.

Ἀλώπηξ καί σταφυλή,
Ἀλώπηξ λιμώττουσα, ὡς ἐθεάσατο ἀπό τινος ἀναδενδράδος βότρυας κρεμαμένους, ἠβουλήθη αὐτῶν περιγενέσθαι καὶ οὐκ ἠδύνατο.

Ἀπαλλαττομένη δὲ πρὸς ἑαυτὴν εἶπεν· 
Ὄμφακές εἰσιν.

Oὕτω καὶ τῶν ἀνθρώπων ἔνιοι τῶν πραγμάτων ἐφικέσθαι μὴ δυνάμενοι δι’ ἀσθένειαν τοὺς καιροὺς αἰτιῶνται.

(santodimauro)
(dottorziz=zizaniae messorem)

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