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Indennità del sindaco e della giunta…Al Palazzo di Città si rifanno i conti

I numeri non lasciano mai spazio all’interpretazione. La Sogip scrive di una fluttuazione stagionale di popolazione di circa 8 mila persone, quindi il 15% di circa 53 mila abitanti. Si tratta della metà del 30%, ovvero dell’ “incremento della popolazione dimorante” necessario a giustificare l’aumento del’ 5% degli emolumenti.

Sembra altrettanto chiaro che una cosa sia la fluttuazione stagionale della popolazione, un’altra il naturale incremento del consumo idrico nel periodo estivo.

Questa scontata e banale premessa è necessaria per capire perché dopo la seduta di lunedì scorso del consiglio comunale siano emersi molti dubbi in merito alla delibera di fine luglio 2018 con cui viene aumentata l’indennità di funzione di sindaco e giunta.

Sindaco e giunta aumentano i loro emolumenti del 5% del 3% e del 2% perché la norma prevede possibilità di maggiorazioni: a) del 5% per i comuni caratterizzati da fluttuazioni stagionali della popolazione, tali da alterare, incrementandolo del 30%, il parametro della popolazione dimorante; l’incremento, verificabile anche attraverso i consumi idrici ed altri dati univoci ed obiettivamente rilevabili, dovrà essere attestato dall’ente interessato; b) del 3% per gli enti la cui percentuale di entrate proprie rispetto al totale delle entrate, risultante dall’ultimo conto del bilancio approvato, sia superiore alla media regionale per fasce demografiche; c) del 2% per gli enti la cui spesa corrente pro-capite risultante dall’ultimo conto del bilancio approvato sia superiore alla media regionale per fasce demografiche.

Per avere chiarimenti sulla questione abbiamo sentito il dirigente del Settore Affari Istituzionali del Comune di Acireale, Alfio Licciardello, che ci ha riferito che proprio il primo cittadino lo avrebbe esortato ieri mattina “a scrivere una lettera al direttore della Sogip per chiedere certificazione dei numeri prodotti nella relazione presentata in consiglio”. La fluttuazione stagionale di 8mila persone sarebbe molto lontana dall’incremento del 30% della popolazione dimorante. A riscontro dei numeri, -riferisce il dirigente-, “andrebbe quindi tagliato l’aumento del 5% delle indennità”.

Per quanto riguarda l’aumento del 2% e del 3% lo stesso Licciardello ha confermato che “la Tesoreria comunale ha riscontrato e certificato la sussistenza dei parametri previsti”.

Alla base dell’aumento delle indennità del 5% ci sarebbe quindi una errata interpretazione della esplicita norma “per i comuni caratterizzati da fluttuazioni stagionali della popolazione, tali da alterare, incrementandolo del 30%, il parametro della popolazione dimorante; l’incremento, verificabile anche attraverso i consumi idrici ed altri dati univoci ed obiettivamente rilevabili. Perché la Sogip, interpellata nel luglio 2018 dal Settore Affari Istituzionali, attesta un aumento del 30%, ma un ovvio aumento del 30% del consumo idrico nel periodo estivo.

Numeri e norme alla mano i conti proprio non tornano. Non è questione di morale o di buongusto, oggi che la scure dei 5 stelle sui costi della politica sembra passata di moda. E che non si venga a raccontare ai cittadini che il banalissimo aumento del consumo idrico in estate possa giustificare, in assenza di “altri parametri univoci”, un aumento di indennità per chi guida la città.

L.C.

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