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Ipab Oasi Cristo Re, lo sfogo di un lavoratore

filippo panebianco oasiQuestione Ipab oasi Cristo Re, ancora situazione di stallo. Raccogliamo lo sfogo di Filippo Panebianco un lavoratore della strruttura che, insieme ai colleghi, lavora da diciasette mesi senza stipendio.

Filippo Panebianco: “C’è un tale entusiasmo in giro, c’è una tale fiducia nel futuro, che la cosa più positiva che possa accaderci è la caduta di un bel meteorite. Qualche volta siamo costretti a dirigerci verso una rotta che avremmo dovuto prendere molto tempo prima. Cosa che ancora non abbiamo capito noi dipendenti dell’ Oasi Cristo Re Ipab. Ribadisco ancora una volta che ci stanno umiliando, ci stanno illudendo, ci hanno tolto tutto, la gioia di vivere, la dignità, l’essere lavoratori onesti che ancora oggi dopo 17 mensilità da percepire facciamo in nostro lavoro. Ci hanno illusi tutti e ancora noi viviamo di illusioni, ma credo che sia arrivato il momento di dire BASTA. Mi vergogno di essere padre di essere nonno,chiedo solo di sopravvivere chiedendo i miei diritti da onesto lavoratore. Mi vergogno di rispondere alle persone che chiedono come fai a vivere,mi vergogno di essere italiano”.

Della vicenda si è occupata anche l’on. Angela Foti che afferma: “È solare  che non si vuole permettere a queste strutture, attraverso una riforma che comporterebbe anche il pieno recepimento della legge 328/2000, di potersi trasformare in aziende per i servizi alla persona, consentendo alle Ipab siciliane di intraprendere un percorso, da oltre un decennio, collaudato nelle altre regioni italiane.In tutto questo complice anche l’ARS  e la commissione di merito, che, nonostante ci siano numerose proposte di legge, non mette in discussione la riforma permettendo che in finanziaria si possano insinuare tali oscenità.  Gli interessi dei privati continuerebbero così ad essere al riparo da un competitore pubblico che a pieno titolo dovrebbe poter cogestire i piani di zona”.