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Junker: Manca l’Europa e l’Unione da questa Unione Europea di Enzo Coniglio

junkerChiaro, incisivo e senza fronzoli il primo discorso sull’Unione, di Jean-Claude Junker oggi 9 settembre 2015, di fronte al Parlamento Europeo; un discorso di 90 minuti di cui la metà dedicato al tema della immigrazione e iniziato con parole insolitamente dure per un Presidente dell’UE:”Manca l’Europa da questa Unione Europea; manca l’Unione da questa Unione Europea”. Ci si è chiesto se su questa dura presa di posizione, non abbia influito la scomparsa recentissima della madre dai solidi valori.

Un atto di accusa senza precedenti che affonda la sua analisi nella storia stessa dell’Europa da cui si evidenzia – precisa Junker – che noi Europei, da secoli, siamo figli di rifugiati per sfuggire a guerre, pestilenze, carestie, persecuzioni religiose e politiche; anche recentemente, durante la seconda guerra mondiale, con i suoi 60 milioni di rifugiati. Per non parlare delle recenti migrazioni di massa dai Paesi dell’Est e dai Balcani. Agli Ungheresi ha ricordato l’invasione sovietica del 1956 con la conseguente emigrazione verso i Paesi europei dove hanno trovato piena solidarietà.

Di una cosa possiamo essere orgogliosi, ha ricordato Junker: che oggi l’Europa sia un luogo di pace e di stabilità; un luogo di speranza, circondato però da Paesi che devono fare i conti con guerre e con la barbarie più efferata. E, rivolto ai parlamentari quasi a sfidarli, ha chiesto loro cosa avrebbero fatto se si fossero trovati in queste situazioni e soprattutto se avessero avuto dei bambini da proteggere. E ha aggiunto: Finchè ci saranno guerre e barbarie, ci saranno masse migranti in cerca di rifugio e noi dobbiamo,attrezzarci a riceverli. Con quali mezzi? 

Innanzitutto dobbiamo mantenere l’accordo Schengen sulla libera circolazione delle persone e rafforzare le norme già esistenti sul Diritto d’asilo che fa parte del diritto europeo; dobbiamo essere orgogliosi di aver salvato 122.000 vite umane grazie a Frontex che va ulteriormente potenziato. In fondo, i 160.000 profughi che abbiamo ricevuto nel nostro territorio europeo sono ben poca cosa se confrontati con i milioni di profughi ospitati da Paesi più piccoli come il Libano e la Turchia. I rifugiati nel nostro territorio, dovranno essere distribuiti nei vari Stati della Unione secondo norme da emanare in tempi brevi.

L’inverno si avvicina e non possiamo lasciare gli immigrati senza una protezione adeguata. Dobbiamo predisporre dei fondi per la prima fase di emergenza, ma dobbiamo permettere loro di lavorare e di integrarsi

Nello stesso tempo, dobbiamo intraprendere una serie di azioni per assicurare dei fondi per investimenti nei Paesi di origine. Attualmente assistiamo 240.000 profughi siriani rifugiati in Turchia e stiamo disponendo un Fondo di emergenza di 1,8 miliardi da destinare ai Paesi del Sahel. La diplomazia europea assumerà un ruolo sempre più importante nel concludere accordi sempre più incisivi con i Paesi di provenienza; sarà elaborata una lista di Paesi sicuri per gestire le procedure dei richiedenti asilo.

In una parola, per Jean-Paul Junker, noi Europei siamo stati un popolo di emigranti che finalmente oggi vive in pace e che deve ora aiutare i nuovi emigranti, senza dimenticare che noi siamo una popolazione invecchiata e che i nuovi venuti possono costituire una eccellente risorsa e una sicurezza per il futuro. 

Come discorso non c’è male. Adesso i fatti.

(Enzo Coniglio)

 

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