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LA CHIAVE DI SARA- di TATIANA DE ROSNAY – Recensione di Daniela Torrisi

 

La Shoah raccontata da due diverse voci; il passato e il presente.
Luglio 1942, la piccola Sara viene prelevata durante il rastrellamento del Vélodrame d’Hiver, nel cuore di Parigi, insieme ai genitori, ha soli dieci anni e non sa ancora che il suo viaggio non durerà purtroppo solo poche ore e crede che l’unico modo che ha, per salvare suo fratello più piccolo è quello di nasconderlo dentro l’armadio a muro della loro cameretta, con la sicurezza che presto sarebbe tonata a liberarlo. Così conserva la chiave in tasca, custodendola gelosamente.
Maggio 2002, sessant’anni dopo, Julia, giornalista americana di successo che vive a Parigi, deve fare un’inchiesta su quei drammatici fatti. Mette mano agli archivi, interroga i testimoni, va alla ricerca dei sopravvissuti, e così viene a conoscenza della storia della piccola Sara, scoprirà così che la storia di quella piccola bambina è legata a lei più di quanto possa pensare.
Scrittura scorrevole, lineare e semplice. Interessante l’idea della storia parallela, dal punto di vista della piccola Sara e da quello di Julia che si alternano capitolo per capitolo. Una storia che obbliga a una riflessione profonda su una realtà lontana ma da non dimenticare.

“I personaggi di questo romanzo sono frutto della mia fantasia, ma non lo sono molti degli eventi raccontati, quelli che ebbero luogo durante l’estate del 1942 nella Francia occupata, in particolare il grande rastrellamento del Vélodrame d’Hiver, avvenuto il 16 Luglio 1942 nel cuore di Parigi. Questa non è un’opera storica e non ha l’ambizione di esserlo. E’ il mio tributo ai bambini del Vel d’Hiv, bambini che non tornarono mai più. E a quelli sopravvissuti per raccontarlo”.

(Daniela Torrisi)