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La lotta per l’ambiente e il movimento globale. Finita l’onda lunga del novecento

E’ finita l’onda lunga del novecento. Con la giornata dello sciopero mondiale per il clima di ieri (20/09/2019) lo scontro ideologico lascia definitivamente i luoghi tracciati nel secolo scorso e ci fa transitare nel nuovo millennio con una sfida che diventa rapidamente e inesorabilemente planetaria.

Dalla Cina (con azione isolate e certamente rischiose) fino a toccare altri 150 Paesi del mondo, parte e si concretizza un’azione generazionale guidata da una leader che è appena una ragazzina, Greta. E’ una lotta che coinvolge i massimi sistemi a cui viene richiesto di intervenire a protezione dei cambiamenti climatici in atto. Da anni studiosi indipendenti di tutto il mondo hanno tracciato il confine da non superare, il punto di non ritorno ma sono stati inascoltati e si sono organizzati presto i negazionisti. Oggi il punto di non ritorno è davvero alle soglie del pericolo globale. Inondazioni, dinamiche meterologiche impazzite e lo scioglimento delle calotte polari stanno producendo disastri che saranno, nei prossimi anni, sempre più imponenti e con conseguenze devastanti.

E’ notizia di qualche giorno fa la balena che è stata trovata spiaggiata a Porto Cervo con nella pancia 22 chili di plastica e un feto in decomposizione. “Durante la necroscopia, i veterinari non hanno rilevato segni d’urto tali da provocare la morte della femmina di 8 metri ma nella sua pancia l’animale aveva un feto di 2 metri e 40 circa in via di decomposizione e ben 22 chilogrammi di plastica”. Le nanoplastiche hanno “dimensioni microscopiche inferiori ai 5 mm di diametro, costituiscono una fra le principali cause di morte per soffocamento di molti pesci ed uccelli marini poiché vengono scambiati per cibo“.

E’ necessario ed urgente continuare la battaglia per la difesa dell’ambiente, necessario vietare per sempre la produzione di imballaggi in plastica, vanno finanziate e incentivate le industrie che utilizzano energia rinnovabile, ridurre drasticamente l’inquinamento prodotto dal traffico veicolare. In una parola proteggere il pianeta, produrre strategie e dinamiche ecosostenibili, rivolgere tutti gli sforzi affinchè si abbandoni per sempre l’uso dell’energia non rinnovabile e fossile.

Il tempo è quasi finito e le sfide che ci attendono sono difficili e complesse ma non ci sono altre strade se non quella di intraprendere una dimensione virtuosa del vivere la quotidianità nel rispetto del pianeta che ci ospita e nella speranza di lasciare alle future generazioni un pianeta bello, ricco di biodiversità e abitabile invece che la pattumiera dei potenti.

(mad)

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