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La replica dell’ass. Adele D’Anna al consigliere Giuseppe Calì

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Appare doverosa una risposta ai cittadini che leggono quello che con enorme impudenza il consigliere Calì scrive. Il consigliere oramai sembra un disco rotto poiché un giorno si e l’altro pure addebita le responsabilità di quanto accade oggi ai quattro mesi di amministrazione della giunta Barbagallo non capendo che così facendo “si butta la zappa sui piedi” perché l’oggi è sempre frutto di quello che è accaduto ieri. Lo è nelle nostre vite personali lo è nell’amministrazione politica. Al di la dei fondi per le politiche sociali che sono sempre più esigui, ho trovato il settore servizi sociali dopo due anni e mezzo di Assessorato gestito da Calì e dieci anni di Sindacatura dell’ avvocato Garozzo in condizioni disastrose. Il numero delle assistenti sociali, quattro, è assolutamente inadeguato rispetto al carico di lavoro. L’assistente sociale che seguiva l’ufficio famiglia era in stato di comando e quindi “in prestito” dal Comune di Messina e non è stata stabilizzata all’interno del nostro Ente Locale dall’allora assessore Calì (il comando ha subito un rinnovo dopo sei mesi) né sono state create le condizioni economiche per una sua futura possibile stabilizzazione. Al momento le pratiche che seguiva l’assistente sociale in questione sono seguite dalle altre assistenti sociali, le quali hanno la propria stanza. (Consigliere spero che lei comprenda la differenza tra una stanza chiusa perché non più occupata fisicamente e un servizio chiuso!) Non esiste una figura che funga da segretariato sociale, così il cittadino chiede informazioni su moduli, pratiche ecc. agli usceri, che pur essendo persone dotate di buona volontà non hanno le competenze ne relazionali ne specifiche per svolgere tale ruolo. Non esiste una carta dei servizi sociali che informi e orienti il cittadino rispetto ai servizi e alle modalità di accesso ad essi. Non è stato mai elaborato un Piano triennale dei servizi come prevede e obbliga la legge N. 22 del 9 Maggio 1986. Non è stato mai pubblicato ne aggiornato il Regolamento Comunale per la concessione di sovvenzioni, sussidi e ausili finanziari, contravvenendo così alla normativa di riferimento, la cui delibera risale addirittura al 1993. La lista delle cose non fatte potrebbe continuare per più pagine non lo faccio perché ritengo più produttivo spendere il mio tempo nell’azione più che nella parola. Non tutto quello che viene programmato ha immediata visibilità ne ho deciso di intraprendere questo impegno per ragioni di visibilità!
Vorrei rassicurare sul fatto che la retta mensile per i bambini che frequentano l’asilo nido non aumenterà; che vi sarà la richiesta di una integrazione solo per quei bambini i cui genitori scelgono il tempo prolungato fino alle 17.15. I fondi P.A.C. non andranno persi, l’accorpamento è stato deciso proprio per facilitare il processo di ristrutturazione degli Edifici degli asili. Il consigliere avrebbe dovuto studiare meglio la normativa e le procedure. Acisant’Antonio, ad esempio non ha un asilo nido aperto ad oggi, eppure come Comune del nostro distretto socio-sanitario beneficerà dei fondi.
Vorrei rassicurare sul fatto che la figura che evaderà le domande del Progetto Nuovi Orizzonti è già stata individuata. Consigliere cambi le sue fonti di informazione, non sono poi così informate!
Non è stata rinnovata la convenzione con l’IPAB per il centro anziani perché proprio da loro, dagli anziani, mi è stato chiesto di individuare un locale comunale con caratteristiche ben precise e più confacenti alle loro esigenze, e appunto di reale gestione comunale!
Infine consiglio al consigliere, che temo stia rischiando di sviluppare un “attaccamento morboso” nei confronti della mia figura, di elaborarsi le sue problematiche irrisolte nelle sedi e con le figure professionali opportune, se desidera da “tecnico” posso indicargliene alcune!

Adele Chiara D’Anna
(Assessore alle politiche Sociali e alla Pubblica Istruzione)

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