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La zona 30 dove dovrebbero “convivere automobili, ciclisti e pedoni”.

ACIREALE – Tra i vari provvedimenti che l’amministrazione comunale vuole prendere in riferimento alla mobilità urbana vi è attiva, al momento, solo la “zona 30”. La “zona 30” abbassa i livelli di inquinamento in quelle arterie dove normalmente si percorre ad una velocità sostenuta e con la presenza di impianti semaforici. Lo “stop and go” delle vetture produce un’accelerazione che aumenta le emissioni rispetto ad un’andatura lenta (30 km/h) e, soprattutto, costante. Infatti nelle città dove è stata sperimentata questa formula sono stati sostituiti i semafori con delle mini rotatorie proprio per consentire un’andatura costante del veicolo ottenendo, così,  la riduzione delle emissioni di circa il 10%.

Il 15 settembre 2018 l’assessore Carmelo Grasso in conferenza stampa dichiarava: “La zona 30 è uno di quei passaggi che è oggi utilizzato con successo in tutta Europa e che ci auguriamo possa far fare un vero salto di qualità a questa città.” Ed ancora: “Per la zona 30 abbiamo finito il rilievo giovedì pomeriggio (13/09/2018 n.d.r.) presenterò la zona 30 alla città con un progetto, da parte ci saranno sempre delle ipotesi accompagnate da progetti”.

Vogliamo ricordare che La “zona 30” è essenzialmente composta da “rotonde urbane, molto piccole, che servono a far rallentare le macchine e a rendere più sicuri gli attraversamenti pedonali”. Ed ancora la Zona 30 serve a far andare con andatura costante gli autoveicoli nelle strade urbane. Non è certo il caso di corso Umberto, corso Savoia dove normalmente si percorre ad una velocità assai inferiore ai 30 km/h.  E’ inoltre previsto nelle zone 30 che gli incroci siano portati al livello del marciapiede, passaggio pedonale rialzato al livello del marciapiede, pezzi di strada che vanno a zig-zag per far rallentare le macchine e, dove è necessario, restringimenti della carreggiata. Il grande obiettivo della zona 30 è infatti “l‟integrazione fra sicurezza stradale e qualità dello spazio pubblico.”

Questo provvedimento che dovrebbe far “convivere automobili, ciclisti e pedoni”, come dimostrano le foto prese ieri (6 giugno 2020) e come diciamo da tempo non risolve alcun problema relativo alla mobilità né all’inquinamento. In una parola è semplicemente un fallimento.

(mAd)

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