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Lavori socialmente utili- Intesa tra il Comune di Acireale, l’Ufficio distrettuale di esecuzione penale esterna di Catania e l’ICATT di Giarre

Dieci persone tra i detenuti dell’Istituto a custodia attenuata di Giarre e i soggetti che scontano la propria pena all’esterno saranno impiegati dal Comune di Acireale nel servizio di manutenzione delle opere pubbliche, nel servizio ecologia e nel servizio verde pubblico.

Il “Protocollo d’intesa per lo svolgimento del lavoro di pubblica utilità tra la Casa circondariale ICATT di Giarre, Ufficio Distrettuale di esecuzione penale esterna di Catania e Comune di Acireale” è stato presentato stamattina al Palazzo di Città dal sindaco Stefano Alì, con l’assessore alle politiche sociali Palmina Fraschilla, da Rosalba Salierno, direttore dell’Udepe, e da Milena Mormina, direttore dell’istituto penitenziario di Giarre.

“Diamo a dieci persone la possibilità di scontare pene residue o la messa in prova in lavori socialmente utili, creando un vantaggio doppio per l’ente e per il tessuto sociale”, ha dichiarato il sindaco Stefano Alì.

L’iniziativa dell’assessorato alle politiche sociali mira a promuovere l’esecuzione di lavori socialmente utili o di pubblica utilità nell’ottica della giustizia riparativa, a offrire opportunità lavorative a titolo gratuito ai soggetti in esecuzione penale o in messa alla prova e a sensibilizzare la comunità locale rispetto al sostegno e al reinserimento di persone in esecuzione penale.

“E’ una tappa importantissima, una collaborazione che deve essere un punto di inizio per sviluppare opportunità per i soggetti che devono scontare una pena o sono in misura alternativa. La carcerazione deve essere una misura transitoria. Il Comune di Acireale a titolo gratuito restituirà alla società queste persone mettendo a disposizione la loro attività lavorativa”, ha sottolineato Milena Mormina.

“I lavori di pubblica utilità interessano soprattutto una misura, la sanzione di comunità, che riguarda la sospensione del procedimento per messa alla prova. Sospende direttamente il processo e affida l’imputato ai servizi. Riguarda le pene non superiori ai quattro anni e introduce il nuovo paradigma di risposta alla sanzione, la giustizia riparativa che si orienta a riallacciare il legame infranto dal reato tra il cittadino e la società, restituendo in impegno in attività socialmente utili gli effetti deleteri che il reato ha comportato nei confronti della comunità”, ha spiegato Rosalba Salierno.

L’assessore Fraschilla ha annunciato che si tratta di un primo protocollo virtuoso, che al momento non include l’Ipm di Acireale, che sarà a breve coinvolto con un altro protocollo: “E’ una misura importante per il reintegro di questi soggetti, che saranno seguiti dall’assistente sociale, la dottoressa Cinti, che opererà, attraverso un altro protocollo, a stretto contatto con l’amministrazione comunale e gli enti. Al momento le persone coinvolte saranno dieci, ma amplieremo il progetto attraverso un altro protocollo con l’Ipm di Acireale, per estendere una misura così importante per il reintegro di persone che potranno finire di scontare la pena con una misura alternativa alla detenzione”.

L.C.

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