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L’azolo che nessuno voleva (quinta puntata: una Notabile storia)

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Il Suv filava sulla sconnessa A18, aveva lasciato gli operai da soli ed era sicuro che mancando lui non avrebbero combinato nulla di buono: è l’occhio del padrone che ingrassa il cavallo e fa gonfiare anche le patate… altrui.
Andava a trovare l’uomo che era riuscito a superare indenne le tempeste più furiose e districato le vicende più complesse ed irrisolvibili, l’esperto di trionfi suoi e di disfatte altrui, il misterioso Notabile dai Capelli Bianchi. Facendo il verso al Manzoniano don Abbondio ci chiediamo, chi era costui?

Data di nascita imprecisata, andando a ritroso nella storia si parla di lui come di colui che vendette l’attrezzatura a Noe per costruire l’Arca, riciclando legnami ed attrezzi di un suo cantiere.
Sicuramente fu ad Atene, quando con un gioco di tessere e di salti di quaglia mise in minoranza Pericle e consegnò la citta alla dittatura, si ricorda che in quelle circostanze pronunciò una frase indecifrabile per i Greci antichi ma che ora capiamo benissimo: “stile Agostino”
La frase sibillina la pronunziò altre volte, ad esempio quando in qualità di consigliere di Luigi XVI lo indusse a sciogliere gli Stati Generali, facendo scoppiare la Rivoluzione Francese o quando con due fidati amici a Boston buttò a mare il carico di tè di una nave inglese facendo scoppiare la rivoluzione Americana.
Quando consigliò ad Annibale di invadere l’Italia dalle Alpi riuscì a mettere in difficoltà i romani, che poi con un accordo e uno scambio di tessere lo tirarono dalla loro parte e quindi con astuzia indusse il generale cartaginese a rilassarsi a Capua con una mezza dozzine di escort all’uopo arruolate e facendo diventare l’uomo d’armi in uno strafottente libertino poi sconfitto a Zama. Tutto “stile Agostino”.
Convinto sostenitore di Giulio Cesare, lo convinse a varcare il Rubicone ed impadronirsi di Roma per poi grazie ad un gioco di tessere e preferenze tirò dalla sua parte due giovani democratici come Bruto e Cassio a cui affidò la missione di ridare democrazia a Roma, successivamente con altro gioco di tessere, avendo fatto alleanza con Ottaviano adottò lo “stile Agostino” per condurre gli ex amici a Filippi.
Viene segnalato come assistente parlamentare di Giolitti e Crispi, di Cavour e D’Azeglio, ma il suo capolavoro fu quando, sempre con lo “stile Agostino” si tolse dai piedi lo Zar Nicola II e Rasputin, consegnando il potere su tutte le russie al suo amico di infanzia Ilic detto Lenin, con cui aveva condotto assieme una campagna per il tesseramento.
Una lunga vita ha bisogno di un lungo racconto, alla prossima…..
(5.continua)
(santodimauro per Fancitysatira)

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