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Le canzoni dei Beatles – “Something”

harrison
La più grande canzone d’amore di tutti i tempi fu il giudizio che Frank Sinatra diede di Something. Il capolavoro di George Harrison è una commovente ballata caratterizzata da una melodia incantevole ed un magnifico testo che, come quello di The Long And Winding Road, è reso ancora più intrigante dalla sua stessa “eloquente reticenza” (questa infatuazione sfocerà in una relazione?), espressamente palesata nel bridge dal protagonista (I don’t know, I don’t know).
La composizione della musica è piuttosto nota: la strofa nacque durante una delle sessions del White Album, quando George, approfittando di una pausa, iniziò a suonare un armonium. L’utilizzo di uno strumento a tastiera per la composizione appare evidente dalle settime discendenti dell’inizio della strofa e dai rivolti che occorrono verso la fine di tale sezione. La sezione a contrasto, che modula a La Maggiore e mostra una progressione armonica più convenzionale, fu aggiunta in seguito. Come tempistiche, la canzone avrebbe potuto essere inclusa nel White Album, ma i lavori per questo disco erano ormai avanzati e George, peraltro perplesso su come arrangiare la canzone, decise di rimandarne l’incisione.
Il testo inizia esplicitamente come una variazione di Something In The Way She Moves di James Taylor, ma evolve presto verso qualcosa di assai più elegante, che culmina nella seconda strofa in versi che possono autorevolmente candidarsi tra i migliori dell’intera discografia beatlesiana. Mentre la maggior parte le canzoni d’amore dei Beatles si basano sui sentimenti del protagonista, Something si concentra sulla descrizione della donna amata. Un simile espediente era stato utilizzato, con minore efficacia – o quantomeno minore universalità – da Lennon in Girl. Pattie Harrison rivendicò di essere la fonte di ispirazione della canzone, mentre Harrison negò che fosse per qualcuno in particolare.
Le dichiarazioni di George possono essere state condizionate dalla separazione, ma è un fatto che Something si riferisce ai momenti iniziali di una storia d’amore, mentre all’epoca della composizione George e Pattie si conoscevano da almeno 4 anni ed erano sposati da oltre 2.

Pubblicata come singolo a doppia facciata A insieme a Come Together, la canzone riscosse un successo commerciale soltanto discreto, il che si spiega principalmente con l’inclusione di entrambi i brani sull’album Abbey Road. Ma il vero successo di Something arrivò dalle cover: ripresa immediatamente da decine di altri artisti, tra cui Elvis Presley, Frank Sinatra, Joe Cocker, Smokey Robinson e James Brown (queste ultime furono le interpretazioni che Harrison elesse come sue preferite), divenne, dopo Yesterday, la seconda canzone dei Beatles per numero di reinterpretazioni. Tale numero crebbe ulteriormente dopo la morte di George, quando molti artisti scelsero Something per il proprio tributo al chitarrista: tra questi anche Bob Dylan e Paul McCartney.

L’intervento orchestrale scritto da George Martin, pur non brillando per eccezionale fantasia, è efficace, e aggiunge ulteriore eleganza ad un arrangiamento eccellente – caratterizzato da un ottimo lavoro al basso di McCartney e da una performance molto inventiva di Starr (qui straordinario con le sue rullate terzinate) – che culmina in un assolo di chitarra perfetto per tono e intenzione, ed ha un tocco di classe nel finale, quando finge di modulare ancora al La maggiore, per ripetere invece il breve riff e acquietarsi sul conclusivo Do maggiore. Per una curiosa coincidenza, questo schema tonale anticipa quello del long medley sul lato B dell’album.

Harrison fu giustamente sommerso di elogi per Something, tra cui spiccano anche quelli dei suoi colleghi: Lennon disse che Something era la miglior canzone di Abbey Road, mentre McCartney la reputò la miglior canzone che George avesse mai scritto. È vero che il contributo di Harrison alla discografia del gruppo fu numericamente scarso e qualitativamente incostante. È indubbio però che se i Beatles fossero rimasti insieme ancora un paio d’anni, il ruolo di Harrison come compositore sarebbe stato di certo più noto e rilevante. (da pepperland.it)

George Harrison: voce raddoppiata, chitarra solista, battimani
Paul McCartney: seconda voce, basso, battimani
John Lennon: chitarra ritmica
Ringo Starr: batteria, battimani
Musicisti non accreditati: violino (12), viola (4), violoncello (4), contrabbasso

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