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Le canzoni dei Beatles – “Strawberry Fields For Ever”

lennon
Nonostante il loro successo continuasse a crescere, i Beatles erano in una fase critica verso la seconda metà del 1966. Revolver era stato salutato con entusiasmo, ma il resto delle avventure beatlesiane erano state meno felici. All’inizio di luglio, i Fab Four scatenarono l’ira di Imelda Marcos, first lady delle Filippine, snobbando il suo invito e arrivando a temere per la propria incolumità. Tre settimane più tardi, l’incauto commento di Lennon (i Beatles sono più popolari di Gesù Cristo) aveva scatenato feroci polemiche e pubblici roghi di loro dischi negli Stati Uniti.

A causa di quest’ultimo incidente, il loro tour americano, conclusosi a Candlestick Park il 29 agosto e rivelatosi poi l’ultimo della band, fu ancora più stressante del solito, anche perchè i Beatles, già costretti a suonare in condizioni inadatte e sommersi dallo strepitio del pubblico femminile, non potevano – per ovvie questioni tecniche – eseguire le canzoni di Revolver.
Nelle 55 ore di lavoro in studio sul brano (un tempo che all’epoca pochi artisti spendevano per registrare un intero LP!), i Beatles incisero due versioni che ottennero la momentanea approvazione di Lennon: una, più leggera, evocava meglio la spensierata serenità dell’infanzia, la seconda, più oscura, rifletteva meglio l’inquietudine della maturità. Lennon chiese quindi a George Martin di unire queste due versioni, sebbene fossero registrate a velocità e in tonalità differenti.

Letteralmente armati soltanto di forbici, rallentando da una parte e accelerando dall’altra, Martin e Geoff Emerick riuscirono nell’impresa: un capolavoro di edizione che da solo dovrebbe valere a entrambi imperitura gloria. Il contributo di Martin è notevole anche nell’arrangiamento, per il quale Lennon dovette essere anche riconoscente a McCartney che esegue una semplice ma ingegnosa ed efficace parte di Mellotron (che qui fa la sua prima apparizione in una canzone dei Beatles).
Il filmato promozionale di Strawberry Fields Forever, girato il 30 e 31 gennaio 1967 dal regista svedese Peter Goldman fu a sua volta un grande successo. Pionieristico per l’epoca, con rallenty e brutali tagli e cambi di sequenza, è stato inserito dal MoMa nei più influenti video musicali degli anni ’60.
Brian Wilson, leader dei Beach Boys, ricorda la prima volta che sentì la canzone, mentre era in macchina. Si fermò e alla fine disse che i Beatles che i Beatles avevano raggiunto il suono che i Beach Boys stavano ancora inseguendo, causando gran parte (il colpo di grazia sarà Sgt. Pepper’s) dell’esaurimento creativo da cui Wilson non si riprenderà più.
Costituendo uno dei più alti risultati – se non il più alto in assoluto – mai raggiunto da Lennon come compositore, Strawberry Fields Forever è un capolavoro di straordinaria bellezza ed ineguagliabile forza espressiva. È pertanto un segno innegabile dell’irrepetibilità della grandezza dei Beatles che l’unico artista al mondo che potesse tentare di reggere il confronto sullo stesso terreno era proprio Paul McCartney che rsponderà in tempi brevissimi con la sua Penny Lane (da pepperland.it)

John Lennon: voce, chitarra acustica, chitarra ritmica, pianoforte
Paul McCartney: basso, bongo, mellotron
George Harrison: svarmandal, chitarra solista, timpani
Ringo Starr: batteria, maracas
Tony Fisher: tromba
Greg Bowen: tromba
Derek Watkins: tromba
Stanley Roderick: tromba
John Hall: violoncello
Derek Simpson: violoncello
Norman Jones: violoncello
Mal Evans: tamburello

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