sabato, Aprile 20, 2024
Google search engine
HomeIl PuntoLettera aperta al Sindaco di Acireale Roberto Barbagallo di Rosario Patanè

Lettera aperta al Sindaco di Acireale Roberto Barbagallo di Rosario Patanè

fascia tricolore

Signor Sindaco, non ho esitato, quel giorno disgraziato della tromba d’aria, a vedere in lei un vero “Primo Cittadino”. Il primo ad accorrere, il primo ad essere presente, il primo a metterci la faccia e il rischio. Ho esaltato, quel giorno, oltrepassando tutte le mie (numerose) riserve politiche sulla sua coalizione, la dimostrazione che lei dava dell’alta Funzione della Rappresentanza Generale, che la Repubblica le conferisce per il tramite di quella Fascia Tricolore che lei onorò con molta abnegazione e compiutezza.

Ero contento e credo tanti come me, di avere trovato una figura con cui, da cittadino da sempre impegnato nella “polis”, potessi confrontarmi, nella diversità politica (in taluni aspetti e per molte alleanze, incociliabile) in quella dialettica leale e anche dura se occorre dalla quale può nascere la sintesi del bene comune, che includa e non escluda, che vada oltre gli schemi e gli schematismi di una conduzione piccolo borghese e provinciale della Cosa Pubblica.

Pur vacillando in occasione dello scandaloso caso dei “gettoni di presenza” dei consiglieri comunali, in occasione del quale lei non dimostro lo stesso coraggio che aveva dimostrato affrontando la devastazione della calamità naturale, di fatto “giustificando” quella meschina malversazione, purtuttavia in occasione della “giornata della legalità” fece propria come Primo Cittadino un’istanza di “parte” della società civile di Acireale, trasformandola in patrimonio collettivo, quando alla presenza di Don Luigi Ciotti e della Famiglia Ambrosoli raccolse quella nobile “lettera” che la Città le consegnava alla presenza di tante magnifiche realtà giovanili e civiche.

In quella occasione, lei Signor Sindaco, indossava la quella Fascia Tricolore che non è altro che un Imperativo morale e civile,che va onorato sempre, contro ogni convenienza o sconvenienza, e che, indossata, la trasforma nella stessa “essenza” nazionale.

Signor Sindaco, quella Fascia Tricolore non le permette di far oltraggiare la memoria storica e fondante della Repubblica Italiana di cui porta l’emblema associando indecorosamnete Carnevale e Festa della Liberazione Nazionale dalla dittatura nazifascista,che ancora e per sempre gronda di tante Lacrime, di tanto Sangue.

Quella Fascia, signor Sindaco, non le permette, quando la indossa, di parlare come Roberto Barbagallo, ma come il primo Cittadino che ha prestato giuramento solenne di osservare la Costituzione Repubblicana nata dalla Resistenza con il concorso di tutte le più alte e nobili anime del Popolo italiano e tutte le sue Norme, civili e morali.

Di queste, la più grande e nobile di esse è l’esaltazione della Libertà.

Lei Signor Sindaco, non ha voluto ascoltare le tante voci che pure cercavano di dissuaderla, in uno spirito di collaborazione privo di qualsivoglia tornaconto pseudo politico e nell’interesse esclusivo della dignità inalienabile di quella Giornata e, forse, anche il fondo del suo animo, facendo prevalere, forse, altre riduttive ragioni che mal si confanno alla solennità e all’alta dignità del 25 APRILE.

Le resta solo una possibilità per restare fedele al suo giuramento,cui è tenuto.
Indossi la Fascia Tricolore, dissoci la futulità dalla tragedia, viva assieme alla città nella solennità e nella Festa di Libertà, quel giorno sacro alla Patria, e sia un’altra volta il Sindaco di tutti gli acesi e un simbolo di educazione civile.

Costi quel che costi.

(Rosario Patanè)

RELATED ARTICLES

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

- Advertisment -
Google search engine

Most Popular

Recent Comments