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L’Italia vince e blinda il secondo posto, ma il modulo stenta ancora

(Articolo di Giorgio Cavallaro)

L’Italia passa, vince ma non convince. A Reggio Emilia la nazionale guidata da Giampiero Ventura vince per 1-0 con la rete di Ciro Immobile ad inizio secondo tempo, ma nella prima frazione di gioco aveva rischiato più volte lo svantaggio. Nazionale che non entusiasma e a tratti ricoperta di fischi dal pubblico, col CT che riceve altre critiche dopo una settimana turbolenta in virtù del pesante KO subito a Madrid. Prestazione poco esaltante, sia nel gioco ma soprattutto dei singoli apparsi senza idee e poco brillanti dal punto di vista fisico; assenza di spinta quasi totale da parte dei terzini nel primo tempo, centrocampo poco ordinato e lucido nell’impostazione e con i due esterni poco al servizio dei due attaccanti, apparsi spesso isolati dal resto della squadra. Partita che prende vigore dopo l’ingresso di Zappacosta per Conti, forze fresche sulla destra e spinta costante che rinvigorisce la squadra. Trova l’ispirazione anche Candreva, da cui parte il cross perfetto in occasione del gol che decide la gara all’8’ del secondo tempo.

L’1-0 finale sembra blindare il secondo posto in classisifica, anche in virtù del pareggio dell’Albania contro la Macedonia, ma la domanda dei tifosi azzurri però sorge spontanea : ma è davvero il 4-2-4 il modulo più congeniale a questa nazionale? Forse. Partiamo dal fulcro, dal duo De Rossi-Verratti, indiscutibili come calciatori in sé ma che partita dopo partita non sembrano dimostrare particolare compatibilità, in quanto entrambi giocatori di costruzione sprovvisti della dote dell’inserimento e più adatti ad un centrocampo a tre; poi c’è Lorenzo Insigne, altro fulcro del gioco dell’Italia, che partendo largo in una linea a quattro spesso si ritrova a doversi abbassare per dar manforte al centrocampo a causa della non eccelsa capacità degli azzurri di gestire interamente il pallino del gioco esponendosi alle manovre offensive avversarie in alcuni frangenti di gara.

Giampiero Ventura dunque criticato anche ieri, dopo una partita che sembrava non sbloccarsi mai. Critiche e ancora critiche, le stesse ricevute da Antonio Conte durante il suo mandato, quando veniva accusato di non aver dato quell’impronta sperata e a cui rispose sul campo con un europeo al di fuori di ogni aspettativa, interrottosi solo ai calci di rigore contro la Germania. Non sappiamo cosa accadrà all’Italia di Ventura nel caso strappasse il pass per la Russia, ma il lavoro sarebbe meglio giudicarlo alla fine e non a metà. E’ il lavoro sporco del commissario tecnico, che a differenza dell’allenatore deve dimostrare capacità di gestione e di selezionatore, occupandosi della costruzione di un gruppo coi soli pochi appuntamenti nei due anni che antecedono la competizione estiva, mondiale o europeo che sia. L’allenatore ha l’immensa fortuna di poter modellare il suo gruppo durante l’anno, il selezionatore deve crearlo di sana pianta arrivando poi ad un prodotto finale, figlio di vari esperimenti nel corso della gestione. Non a caso proprio la nazionale di Conte, che ricevette critiche simili, stupì durante l’Europeo per l’amalgama dimostrata nel corso della competizione, quando lo stesso Conte ebbe modo di lavorarci per un intero mese prima dell’inizio del torneo. Insomma, proprio facile essere il CT della nazionale italiana di calcio. Prestazione dunque non convincente, ma era davvero importante il risultato sta volta. Vittoria in chiaroscuro che ci avvicina però ai play-off che si svolgeranno tra qualche mese, sperando in un sorteggio benevolo e in una migliore condizione fisica dei nostri.

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