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ONU, FMI, G20, UE: la logica dei Grandi non è quella della democrazia – di Enzo Coniglio

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L’analisi della economia mondiale è assolutamente chiara e pienamente condivisa a tutti i livelli di vertice: bassa crescita, aumento della disoccupazione e  possibili turbolenze in vista.  E coerentemente alla analisi,  ci si aspetterebbe  l’elaborazione di misure coerenti e ampiamente condivise nelle stanze dei bottoni che detengono il futuro nostro e dei nostri figli.  

E sì. Si parla di stanza dei bottoni perché in realtà noi, i cittadini, che siamo cresciuti con il mito della democrazia, contiamo quanto il due di bastone con la briscola a oro e abbiamo permesso a questi usurpatori di prosperare sulla nostra minkioneria. Siamo seduti sulla bocca di un vulcano in piena eruzione, eppure continuiamo a sprofondare nella più totale incoscienza e crassa ignoranza come se il discorso non fosse nostro.

Al vertice del Fondo Monetario Inernazionale (FMI) è stata confermata la famigerata Christine Lagarde, membro della Troika e sostenitrice della famosa ricetta del rigore che ha prodotto un autentico disastro in tutto il mondo.

E’ inutile aggiungere che le Nazioni Unite (ONU) hanno da troppo tempo perso il loro potere di stimolo e di soluzione dei gravissimi problemi di crescita e di sviluppo dominati dalle grandi potenze e dal diritto di veto a livello del Consiglio di sicurezza.

E il Gruppo G20, che riunisce le 20 potenze mondiali?  Non dobbiamo fare alcuno sforzo di immaginazione e di giudizio. E’ sufficiente dare una sbirciatina all’ultimo incontro, appena concluso sotto la presidenza cinese nel più totale disinteresse generale, d’altronde pienamente giustificato se si considerano i risultati concreti raggiunti: assolutamente nessuno. Proprio nessuno! Tutti d’accordo sulla grave crisi in corso, sulla necessità di attivare misure di investimento per stimolare la crescita, ma in concreto, non è stata assunta alcuna misura operativa per le ben note asimmetrie  che bloccano i Grandi, come ricordava l’editoriale di ieri del Sole 24 ore. E il prossimo G20 a Presidenza tedesca dell’autunno prossimo? Ancora peggio se consideriamo la leggiadra dichiarazione di Wolfgang Schaeuble,  che è decisamente contrario ad ogni misura di stimolo fiscale indicata come una delle più adeguate in questo momento di crisi, continuando, insieme a Frau Merkel e a Christine Lagarde, un sodalizio dalle conseguenze ben note.

Gli Stati Uniti si guardano bene di intervenire in questo delicato periodo di fine mandato  e con una economia che sostanzialmente continua a crescere anche se con evidenti segni di stanchezza.

Ci sarebbe, o meglio, ci dovrebbe essere come ultima istanza per noi, l’Unione Europea, il cui Presidente della Commissione, Jean-Claude Junker, ha scelto proprio il palco italiano alcuni giorni fa, per elogiare teatralmente le politiche di Matteo Renzi e dichiarare che le “politiche di austerità” – che egli stesso ha sostenuto e implementato fino ad oggi- sono un gravissimo errore e che bisogna promuovere gli investimenti e la crescita adottando adeguate misure a tutti i livelli e non soltanto a livello monetario (BCE), del tutto insufficiente.  E il famoso “Piano Junker” di investimenti  che fine ha fatto? Mi riporta alla mia infanzia quando per Natale mettevamo la letterina con i buoni propositi sotto il piatto del nonno e che leggevamo con tanto orgoglio a completamento di un pranzo luculliano, pronti a ritrascriverla con qualche modesto cambiamento l’anno successivo.

In conclusione, tanti bei propositi e tante belle parole che hanno un solo difetto: non commestibili e indigesti  a noi, cittadini stanchi e amareggiati, una autentica presa per i fondelli.

In realtà una soluzione di sarebbe seguendo la storiella del Re nudo: capire finalmente che i veri Grandi della terra, siamo esclusivamente noi, i cittadini, ma esclusivamente se avremo la forza di agire con determinazione, con grande orgoglio e professionalità, uniti nella elaborazione e nella implementazione delle misure operative adeguate, liberandoci con forza rivoluzionaria, preferibilmente pacifica, di tutte quelle infrastrutture che le grandi lobbies hanno creato e imposto a livello mondiale, regionale e nazionale. Utopia? Certamente si, alla Thomas More, ma è la nostra unica scelta.

Chi sembra averlo capito fino in fondo è Jorge Mario Bergoglio, alias Papa Francesco che di fronte a 8 mila imprenditori ha ribadito pochi giorni fa, la necessità di rimettere al centro dei programmi la persona umana con tutta la sua dignità e ad assegnare finalmente al denaro e al profitto il suo ruolo di strumento e nulla di più.

E la Utòpia continua…

(Enzo Coniglio)

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