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Ottanta anni fa nasceva il razzismo di Stato. Fare memoria.

Il 5 settembre 1938 l’Italia fascista, con la firma complice  del re Vittorio Emanuele III, vara le leggi razziali. Nel mirino della repressione razzista la comunità ebraica italiana.

Benito Mussolini con il decreto del 5 settembre del ’38 diventa di fatto complice della Germania nazista che cinque anni prima, nel ’33, aveva varato una serie di provvedimenti legislativi contro gli ebrei, leggi che condussero all’olocausto. Un genocidio che porta alla morte 6 milioni di persone per il solo motivo di essere ebrei. In Italia 40.000 ebrei furono vittima del razzismo dello Stato fascista.

Pochi mesi prima, infatti, preparatorio alle leggi razziali in Italia venne redatto il documento che per la prima volta parlava chiramente di “razza ariana italiana”, tra i firmatari figuravano anche Giorgio Almirante, Giorgio Bocca, Giuseppe Bottai, Giovanni Gentile, Giovanni Papini, Amintore Fanfani, accanto a Pietro Badoglio, Emilio Balbo e Galeazzo Ciano.

Il 29 giugno 1939 vennero imposti i divieti per l’esercuìizio delle professioni ai cittadini di “razza ebraica”. Giornalisti, medici, farmacisti, avvocati, commercianti, ingegneri, architetti, agronomi ed altre profesioni furono vietati agli ebrei. Non ancora sazi di razzismo e sempre più proni alla Germana di Hitler con il Regio decreto legge del novembre 1938 si stabilì poi il divieto di matrimoni misti tra ebrei e “cittadini italiani di razza ariana”. Venne proibito anche “possedere aziende con più di 100 dipendenti, essere proprietari di terreni o immobili oltre un certo valore; essere dipendenti di amministrazioni, enti o istituti pubblici (quindi anche scuole di ogni grado), banche di interesse nazionale o imprese private di assicurazione.”

Ed ancora accanimento e violenza anche per il cibo. Il 18 settembre del 1942 venne emanato un Decreto per il razionamento alimentare per gli Ebrei, che vietava agli ebrei di ricevere “carne e prodotti derivati, uova, farinacei (dolci, pane bianco, panini, fecola di grano, ecc) e latte fresco”. Il 13 dicembre 1943, iniziò anche per gli ebrei italiani il periodo di deportazione e sterminio.

Infine va ricordato che Mussolini aveva dichiarato formalmente che “il fascismo italiano non hanno mai inteso di fare e non fanno una politica antisemita, e che anzi deplora che si voglia sfruttare dai partiti antisemiti esteri ai loro fini il fascino che il fascismo esercita nel mondo.”

E’ un Mussolini bugiardo, violento e razzista che oltre a rendersi complice dello sterminio degli ebrei condusse l’Italia e tanti italiani alla morte, alla disperazione e alla fame, tutto con la complicità e con il silenzio del re Vittorio Emanuele III

(mAd)

 

 

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