Fancity Acireale

Parole chiare sui “flussi migratori”

Prendo spunto dall’articolo di fondo de La Sicilia di oggi firmato da Ignazio Fonzo, procuratore della Repubblica, che con argomentazioni che potremmo definire malthusiana afferma che “l’immigrazione dall’Africa è, in massima parte, economica” per via di un problema di “sovrappopolazione” e che “se non ci si siede attorno a un tavolo… sarà solo il caos”.  Ma anche dalle ultime proposte  (di edonismo  paternalistico) di Berlusconi che propone un nuovo” piano Marshall” per l’Africa, e- perché no- di Francesco I  che ci fa sempre  la lezione a non considerare numeri  le persone, essendo convinto che il monopolio della morale deve esercitarlo lui.

C’è di tutto: ma mi unisco anch’io  al passeraio generale ricordando, a chi ne ha voglia, che su Fancity  il 29 agosto 2016 fu pubblicato un mio articolo dal titolo “parole chiare “sull’immigrazione” nel quale affrontai il problema, senza avere riscontri. Torniamoci su: intanto, noto che nella pur piccola Acireale, il pronunciamento “sull’immigrazione” è stato considerato da un gruppo di facebookisti la discriminante per votare o meno  quello o l’altro candidato  sindaco, i quali, entrambi, se ne sono usciti con affermazioni  che lasciano il tempo che trovano. La verità è che non ci si muove di un millimetro, oscillando tra  il missionarismo e l’attesa che Salvini, comunque, produca novità  e vedere l’effetto che fa.

La frase più stereotipata è nel  frattempo divenuta “gestire i flussi migratori” come se fosse inevitabile ormai, biblico, malthusiano appunto, che questo “fenomeno” debba continuare in eterno. E si fanno comparazioni con l‘emigrazione italiana del novecento che nulla ha a che spartire con oggi.

L’Europa: già, l’Europa. Intanto, una risposta a Berlusconi: chi dovrebbe gestire il neo piano Marshall? Sulla base di quale autorità? E all’Italia quale stato da aiutare toccherebbe, forse la Libia, o l’Etiopia? Un’Europa che non ancora ha un presidente coi poteri e il consenso di tutti, che non possiede  forze armate comuni, che non attua al suo interno, nonostante innumeri trattati e convenzioni, da Schengen a Lisbona, il principio della vera, autentica, favorita, convinta  circolazione dei suoi cittadini talchè sia possibile cominciare a fondere popolazioni del nord, del centro, del sud e potere finalmente vedere danesi che lavorano e studiano a Catania anzichè solo siciliani che vanno a Londra, perchè, come ha detto infelicemente il comico Rocco Papaleo, dovrebbe “fare una bella shakerata” tra popolazioni centroafricane e mediterranee?  Gli Stati Uniti ci hanno messo oltre mezzo millennio per cercare di risolvere, non riuscendoci, la “immigrazione” forzata di dieci milioni di africani (ho letto scritti di Carlo Cattaneo che appoggiava, a metà Ottocento, in sintonia con alcuni potenti statunitensi, la creazione – mal riuscita- della Liberia per “rimpatriare” un bel po’ di africani sulla costa ovest ), da noi si pretende che in trenta anni (tanti ne sono passati dall’inizio del “flussi migratori”) riusciamo a fare meglio degli USA!

Mi  indigna, contemporaneamente, l’assoluto silenzio dei  capi di stato africani del Mali, del Niger, etc., che non invocano alcun organismo internazionale per opporsi alla tratta di queste centinaia di migliaia di giovani, di bambini, di forze genuine di quelle nazioni, che non presentano interrogazioni all’ONU, che non vengono in Italia a incontrare  i connazionali adescati con l’inganno e coi denari a  abbandonare la patria, che intanto cresce, altro che Malthus! Basti vedere in internet che città moderna è Khartoum, e come ci sia tantissimo da fare per modernizzare l’Africa centrale!  Credo che i dirigenti di quei paesi dovrebbero essere processati per tradimento verso il loro popolo, a questo punto.

Mi fermo qui. Confermo tutto il mio amore per i popoli del mondo, per i quali ho lottato da ragazzo (da quando l’Africa era infiammata dal Congo belga, dall’Algeria, dall’Angola…). Ma essere di sinistra non vuol dire accettare “la gestione dei flussi migratori”.

(Ivan Castrogiovanni)