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Pensieri sparsi su un brutto spettacolo

Sono stato tra quelli che hanno convintamente contribuito con il proprio voto all’elezione di Stefano Alì. 

Mi sono fidato, tanto da non aver capito che nel suo programma c’era la riapertura della Piazza Duomo al traffico veicolare. Non so perché questo sia successo: forse ho legato il cognome  del Sindaco all’esperienza della Putia del bene comune, forse ho sempre pensato che da loro e dai tanti amici del M5S non sarebbe mai arrivata una scelta simile. Non so. Ho commesso un errore.

Fermo resta che quando hanno riaperto al traffico veicolare la Piazza, ne ho provato dispiacere e fastidio. Mi sono sentito uno stupido. Come Giufà, protagonista di tanti racconti dei miei nonni e dei miei genitori, che allietavano la spensieratezza della mia infanzia.

Non solo. Poi sono anche arrivate le giustificazioni del sindaco in consiglio nel gennaio di quest’anno (aveva dato la sua parola! che tristezza), la leggina buona per arrotondarsi lo stipendio nonostante ci avessero fatto “na testa tanta” sui costi della politica, la maldestra gestione della comunicazione sui conti del Carnevale, gli attacchi ai social. 

E la zona 30, quella che “non limita niente e nessuno”. Dove possono tranquillamente transitare pedoni, biciclette e macchine. Ho pensato spesso di invitare i miei amici di un’associazione di ragazzi in carrozzina a fare una passeggiata insieme alle nostre famiglie, con bambini e passeggini al seguito, tra le auto e le bici al corso Savoia…. Ma a cosa servirebbe? 

E le accuse, neanche tanto velate, a chi provava a confrontarsi: stare sui social? aria fritta! Lavorare su, su!

Cari amici, quando vi scriveva il nostro Sindaco, li notavate diversi? Oggi sono così peggiorati? Solo perché vi criticano? E il vostro lavoro, lontano dai social, è stato poi così ben fatto?

Insomma una serie di errori, un’autoreferenzialità senza fine, un disastro sul piano del confronto e dell’empatia. Una distanza comunicativa notevole dalla città, quella che tutti i giorni si arrabatta per andare avanti, tra un diritto negato – ma nel programma! – e un dovere sempre richiesto. 

E infine lo spettacolo dell’altra sera in consiglio comunale. Una mozione stracciata ed insieme ad essa buona parte della credibilità politica degli stessi protagonisti firmatari di maggioranza. Messi in condizione di difficoltà nel difendere quanto avevano proposto o di comunicare con credibilità ai loro concittadini di aver compreso di aver fatto un errore nel presentarla.

Ne valeva la pena? Siamo sicuri che i più fedeli alla causa sono migliori di loro? Solo inesperienza? Era meglio che fossero tutti più scafati?

Non so al loro posto con quale spirito mi sarei ritrovato uno spazio all’interno di un gruppo per il quale hanno comunque dato. Quali sono i sentimenti associati alla loro appartenenza al gruppo, dopo quanto accaduto ieri? Mi piacerebbe chiedergli: come vi siete sentiti? Pensate di aver sbagliato qualcosa?

Io non ho dubbi, ho sbagliato a sostenervi. E non trovo nel vostro operato nessun appiglio valido per cambiare questa mia valutazione. Ma voi, siete davvero così sicuri di essere nel giusto?

Nello Pomona

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