Dopo l’edizione del Carnevale del 1950, il dott. Fichera pubblicava un articolo dove sottolineava l’importanza del Carnevale come volano turistico e riportava le impressioni di due turisti stranieri di riguardo molto entusiasti della manifestazione. Non erano tutte rose e fiori, la manifestazione aveva anche i suoi detrattori: Le feste carnevalesche hanno messo in evidenza, per l’ennesima volta, quella frattura che divide la cittadinanza. C’e da un lato un conservatorismo reazionario tardo e retrogrado che si chiude in una musoneria misogina ed impermeabile, e dall’altro la stragrande,maggioranza che vuol far risorgere la città e rimetterla in linea. Quella del Carnevale ne è stata una delle tante prove.
Il dott. Fichera si rammaricava degli scarsi aiuti economici a favore della manifestazione in particolare da chi ne traeva lauti benefici. Egli concludeva esortando le forze migliori della città a mobilitarsi per: riparare i guasti di un lungo letargo, e dare nuova linfa a questa dolce città tanto diletta, vadano incontro all’avvenire, assumendo responsabilità che è giusto che si assumano, per salvare il salvabile, per aprire nuove vie a novello costume, per rompere il cerchio che tutti costringe e tutti opprime.