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Piccola storia di Jaci – Dono Signorile, anno 1934

La Pinacoteca Zelantea, una delle più ricche collezioni  di opere esistente nella nostra regione. Opere accumulate nel corso dei secoli, grazie a lasciti e legati testamentari. Uno di questo lasciti è descritto dal dott. Alfio Fichera attraverso un articolo apparso sul “Popolo di Sicilia” nel lontano Agosto 1934.

Il signor Ignazio Rossi, figlio del comm. Andrea, che tutti ricordano con riverente memoria, ha donato al signor podestà, per arricchire la nostra Zelantea di opere che riguardano le vicende storiche della città, alcuni documenti antichi. Ha donato pure una tela del pittore Antonino Bonaccorsi, detto Chiara, che visse nella nostra città nel secolo scorso e che fu artista di valore e ritrattista rinomato. La tela raffigura l’ava del donatore e fu eseguita nel 1876. E’ veramente assai fine e pregiata ed è uno dei più riusciti ritratti usciti dal pennello del Bonaccorsi. I documenti antichi sono i seguenti: una copia del privilegio dell’imperatore Carlo V che accordava ad Acireale la Fiera di Santa Venera, manoscritto del 1620, copie di lettere del delegato per la Fiera di Santa Venera, manoscritti del 1620, altri documenti riguardanti la Fiera che parlano della prima fondazione della chiesa di Santa Venera al Pozzo. Segnaliamo il gesto nobilissimo con l’augurio che venga imitato

dal “Popolo di Sicilia”, 30 agosto 1934

Ritratto della Signora Rossi

olio su tela

La N.D., elegante nella sua bella acconciatura a boccoli, e nel suo abito a strascico, ci appare in una  posa un po’ fredda, di circostanza. L’ambiente è un interno con pareti grigie e fiorami il pavimento in prospettiva vuole dare un illusione di profondità. La tela fu eseguita nel 1876.

nota del prof. Matteo Donato – Pinacoteca Zelantea di Acireale

nota integrativa dell’avvocato Giuseppe Grassi Leanza

Si tratta di Agatina Tropea – moglie di I.E. Rossi (1833-1907) – figlia di don Andrea Tropea Rossi e di Brigida Tropea Tropea. Si ha memoria dell’immatura morte di Agatina, che era nata il 24 settembre del 1844, donna di “bellissime forme, nelle quali il tipo spagnuolo della propria stirpe spiccava mirabilmente fra le grazie greche e l’alta taglia”. Donna amabile anche nel carattere, viene ricordata, oltre che per la sua bellezza, per il candore, lo spirito caritatevole, l’amore materno. Di quest’ultimo restò vittima quando, cogliendo il figlio caduto per terra con le tempie insanguinate, ne fu tanto lo sgomento e lo strazio credendolo morto che le si procurò un aborto fatale, era il 19 novembre del 1875, avveniva nella sua casa di Pisano, l’accompagnò ad Aci Catena una lunga fiaccolata. Cfr. Giornale Araldico-Genealogico-Diplomatico, pubblicato per cura della R. Accademia Araldica Italiana, diretto dal cav. G.B. di Crollalanza, Anno 1878-1879. Tomo Sesto, Pisa, 1879, pp. 106-107.

[Il dipinto è oggi restaurato, esposto nella sala C. Cosentini della Biblioteca Zelantea]

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