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Piccola storia di Jaci – I Certificati di sanità.

Una delle misure di prevenzione più antiche, la più diffusa e meglio documentata, fu l’istituzione della “Fede di sanità“, attestato di cui si doveva munire chi iniziava un viaggio di terra e certificava lo stato di salute di cui godeva il paese di partenza del viaggiatore e di conseguenza del viaggiatore stesso. La Fede di sanità era un documento particolarmente importante che le autorità, nel timore di frodi, seguivano attentamente dal momento della stampa fino a quello della consegna a chi lo doveva compilare.

Dell’emissione di questi certificati scrive il can. Raciti Romeo nel volume Aci nel secolo XVI: “….Essendo dunque gli Acesi liberi di uscire dal loro territorio per accudire ai propri interessi, il barone di Cesarò il 18 agosto 1575 dispose che in ciascun casale vi fosse di permanenza un delegato del mastro notaio della corte giuratoria per facilitare agli abitanti l’acquisto dei bollettini sanitari. A questi ufficio furono eletti dal maestro notaio Andrea Prochida, in presenza del barone di Cesarò e dei giurati, i cappellani delle rispettive borgate, cioè, Cesare di Fazio nel Casalotto, Antonio La Guzzetta in Bonaccorsi, Giovanni Caudullo in San Filippo, Gregorio Calanna in Santa Lucia, Marco Campisi in Platanji.

La lettera del Luogotenente Aragona sempre nel giugno del 1575 raccomandava: “ Si debbiano fari li bolectini per li giorati di la cita e terri dove partiranno li viandanti, co li nomi cognomi e segnali delle persone che vorranno decti bolectini, accapitando essi viandanti in altre cita et terre o sia per transito oy puro per fermarsi, apparendo per essi bolettini che venino di parti non suspecta, le porranno lassare conversare e praticare, et venendo di parti suspecta, li faranno far guardie e non li daranno la platica fina che non si certificassero di loro salute, et essendo di transito, li porranno dari li cosi necessari a la vita, venendo di parti suspecta con cautela, ne li lassari acostari , et havendo di pagari dinari, li recipiriranno misi a mollo in acito e cossi porranno fari delle lettere con bagnarle in acito, il simil ordine si observira in li fundachi. Die XXIIIj Junii VI Ind. 1575″.

Con l’ascesa della dinastia Borbone in Sicilia si riorganizzava il sistema di controllo sanitario terrestre e marittimo. Dalla storia della Deputazione di Sanità di trapani di Giuseppe Marchese (Sicil – post Magazine) apprendiamo:

Nel 1746 venne organizzata la Sanità in Sicilia. A capo venne istituita la “Suprema Deputazione di Salute” competente in tutto il regno di Sicilia. Quattro deputazioni “locali”, a Palermo, Trapani, Messina, Siracusa – a cui si aggiunse in seguito quella di Augusta – erano gli organi esecutivi. Le città rivierasche avevano una Deputazione sanitaria. Le Deputazioni di Sanità avevano l’incarico di sorvegliare i propri porti, e quelli della loro giurisdizione, per impedire l’approdo di barche provenienti da luoghi sospetti o da dove si erano registrati casi di malattie contagiose.

Per tutte le imbarcazioni era prevista la documentazione che attestava la buona salute dell’equipaggio e le merci non erano infette, Le Patenti di Sanità rilasciate delle Deputazioni sanitarie al momento della partenza.

Alla biblioteca Zelantea ancora oggi si conservano alcune di queste Fedi di Sanità rilascite dalle autorità sanitarie di Acireale. Una di queste, ad esempio, risale alla fine del XVIII e la stampa riporta i santi patroni di Acireale: San Michele, Santa Venera, San Pietro , San Paolo, San Sebastiano e San Rocco al centro è posta l’Immacolata:

Noi il Senato della’ Amplissima E.F.D. Città D’Aci Reale cons. S.R.M. Cap. D’ar a Guerra

Facciamo noto a tutti li Ministri e Sopraintendenti alla pubblica salute come in questa città grazie al Signore mercè la protezione di Maria SS.Immacolata jutrice di questo Fid.mo Regno della Glor. Verg. e Mart.e S.Venera nostra concittadina e degl’altri Santi nostri ed advocati viversi con tutta Sanità senza sospetto alcuno di mal contaggioso e perciò si potrà dare libera e sicura pratica a …. (campo vuoto). di seguito si inserivano i nome dell’equipaggio l’eta, il colore dei capelli (pelo) e la statura e in ultimo si descrivevano le robbe e le mercanzie trasportate. Il documento riporta la firma del Mastro Notaro.

Cartificato sanitario della città di Acireale – Pinacoteca Zelantea Acireale

Immagine e descrizione : La Pinacoteca Zelantea di Acireale -prof. Matteo Donato

Fonte storica: Aci nel secolo XVI can. Raciti Romeo

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