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Piccola Storia di Jaci – i Devoti

Il dott. Alfio Fichera ,in un suo articolo apparso sul “Popolo di Sicilia” nel 1933, traccia un profilo del “Divoto” di San Sebastiano.

” I devoti appartengono ad umile classe , che e’ la piu’ ingenua e sincera. Abiti delle grandi occasioni, i piedi calzati da sole calze, fazzoletto di seta che stringe la testa, catena d’oro , vero o falsa, al panciotto. ( Prima degli anni 70 i devoti portatori non avevano una divisa, soltanto la testa fasciata con variopinti fazzoletti di seta e i piedi con le sole calze)

Quasi tutti hanno il voto di trainare il ferculo e quando gli anni gravano, lo seguono nel lungo giro. Nessuna forza potrebbe distoglierli dall’adempimento del voto. Alla statua rivolgono invocazioni come a persona vivente e la citta’ domani risuonera’ di un unico grido di fede. In ogni quartiere fuochi d’artifizio e illuminazione straordinaria. ( I devoti il giorno della festa “lassunu macari dinari a cuntari”)

Nemmeno negli anni fortunosi del dopoguerra questo singolare entusiasmo si intiepidi’. Oggi nel clima nuovo e’ ancor piu’ vivo. Come negli anni lontani il popolo acese , che e’ di stirpe guerriera, trova che la sua anima intrepida ha qualche cosa di comune con quella del soldato romano che cerco’ la morte per il piu’ alto ideale di amore”.

Foto di Don Vincenzo Caratozzolo degli anni 60 – Foto di gruppo in piazza San Domenico

(da “Il Popolo di Sicilia 20 gennaio 1933)