Luigi Guglielmo Moncada V principe di Paternò, VII di duca di Montalto
Alli 2 febbraro del 1637, all’hora dell’Ave Maria entrao in Jaci il Duca di Montalto Vicerè di Sicilia (fu in realtà Presidente del Regno) con la moglie ( Maria Afan de Ribera) e con lo fratello e cognata ea alloggiao nella Casa e Palazzo delli Mazzulli. Portao con esso a D.Orazio Strozzi mastro rationale per li negozi Patrimoniali et a D. Vincenzo Girgenti Giudice della Gran Corte Civile e a D. Mario Cutelli Giudice della Gran Corte criminale, con il Procurator Fiscale Cicalà et altri ministri inferiori. Il detto Vicerè havea partito da dove stava di residenza e passao di Jaci perchè andava in catania per vedere la festività di Sant’Agata. La città di Jaci li fece l’incontro conveniente ad un Vicerè. Lo andao ad incontrare al Salvatore, dove smontato dalla lettica, cavalcao ad un cavallo che ci regalao la Città, il quale lo havea comprato con tutta la sella onze 60. Alla spalla sinistra del Vicerè toccao di andare il Giurato del Casalotto, Giovanni Tommaso Platania, che ci toccao per sorte, et alla destra ci andava Strozzi come Marchese di Flores. Ci fu tutta la sordatesca e se le sparao anco una buona quantita di mortaretti. Et perchè era quasi notte, vi foro venti intorcioni allumati, di quelli che andavano innanti S.Sebastiano e San Pietro e Paolo. E arrivato che fu, la Città li mandao un regalo sontuosissimo che non ci dispiaque al Vicerè. La mattina in levarsi calao nella Matrice Chiesa con la Vice Regina, a piede, per vedere Messa. La celebrao il P. Francesco di napoli teatino all’altare maggiore: e doppo di havere visto la Messa si imbarcao nella lettica lui e la Vice Regina. Tutti li altri Signori e Signore si partero per Catania.
Cronaca del Sac. dott. Tommaso Lo Bruno.
