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Piccola storia di Jaci – Il ritratto della famiglia Pennisi.

Il palazzo dei baroni Pennisi di Floristella è una delle dimore storiche del centro storico di Acireale. Nell’odierna piazza Lionardo Vigo, già piazza San Sebastiano dove sin dal XVI secolo sorgevano le patrie galere di Aquilia, che furono demolite e costruite nei pressi del convento dei frati minori a San Biagio intorno agli anni 70 dell’ ottocento. Nello stesso periodo il barone Agostino Pennisi iniziava la ristrutturazione di un antico palazzo settecentesco appartenuto alla Famiglia Vigo, affidandone il progetto all’ing. Mariano Falcini di Firenze e l’esecuzione dei lavori all’appaltatore Filippo Pittera. Il Palazzo fu anche sede della collezione numismatica Pennisi oggi visibile al Museo Archeologico Nazionale “Paolo Orsi” di Siracusa

Nello scalone nobile del palazzo si trova un quadro dove viene raffigurata la Famiglia Pennisi opera del pittore Michele Panebianco. L’ing. Agostino Pennisi ci guida con un suo intervento, pubblicato qui in basso, alla conoscenza dei personaggi raffigurati nel quadro.

Nel corso del dibattito sulla “Villa” di Acireale, mi ero inserito giorni fa parlando di Pietro Paolo Nicolosi Pasini, barone di Villagrande e sindaco della nostra Città, pubblicando insieme al post un quadro ottocentesco a noi Pennisi molto caro; visto che c’è chi mi ha chiesto di chi si trattassero, ho pensato di spiegarlo, al solo fine di accontentare chi me lo aveva richiesto.

Si tratta dell’immagine di alcuni dei Pennisi della prima metà dell’Ottocento, quando, non essendovi ancora la fotografia, un quadro rappresentava l’unico modo per trasmettere alle generazioni future l’immagine dei propri parenti. L’autore, che va sempre citato, è Michele Panebianco e la famiglia raffigurata è quella di parte dei figli di Angelo Pennisi Vasta, barone di Floristella e di Santa Margherita, e di Francesca Cagnone, figlia del barone Michele Cagnone di Francavilla di Sicilia, non sposati. Ebbene sì: nonostante l’immagine si riferisca ad un periodo nel quale la “Legge del maggiorasco” avrebbe dovuto far parte del passato, il gruppo di famiglia presenta il capostipite Venerando Salvatore Pennisi Cagnone, barone di Floristella, insieme ai propri fratelli Rosario, Pasquale e Giuseppina (Peppina), tutti rigorosamente non sposati. Sono assenti le sorelle sposate in quanto facenti parte di altri nuclei familiari: Maria Serafina, ad esempio, era moglie del già citato Pietro Paolo Nicolosi Pasini, barone di Villagrande. Il prima da sinistra è Rosario, fratello minore del capostipite Venerando Salvatore, mentre la prima a destra è la sorella Peppina; da fratelli minori, non coniugati, fanno da ali al sistema familiare raffigurato nel quadro. Venerando Salvatore, al centro in piedi, abbraccia il suo primogenito Angelo che tiene in mano il ritratto del nonno omonimo, mentre il fratello Pasquale, avvocato e numismatico, barone di Santa Margherita, è seduto sul divano ed abbraccia il più piccolo dei figli del capostipite, il piccolo Pasqualino, futuro barone di Santa Margherita che sposerà Grazia Calì la quale porterà al patrimonio della famiglia il bellissimo Palazzo Calì di Piazza Cusmana, lungo l’allineamento medievale della via Currò: uno dei loro figli sarà l’onorevole Giuseppe Pennisi di Santa Margherita, deputato al Parlamento del Regno. Le due ragazze in piedi e la piccola Rosalia sono le tre figlie del capostipite; ne parleremo un’altra volta perché hanno tutte storie interessanti. Rimane da citare il ragazzino in piedi, dietro il divano: è Agostino, secondogenito di Venerando Salvatore e Rosa, personaggio che scriverà pagine fondamentali della storia di Acireale. Sposerà Giuseppina Alessi, vedova di suo fratello Angelo, morto in giovane età, ed i suoi figli saranno Salvatore, Angelo, don Pasquale, sacerdote e figura carismatica che la Città – compresi i Fratelli delle Scuole Cristiane che devono a lui tanto – ha dimenticato e Rosa. Tutti ovviamente Pennisi Alessi, senza trattino, per piacere, fra Pennisi e Alessi.

(ing. Agostino Pennisi)

Ringrazio l’ing. Pennisi per la sua consueta disponibilità.

Per la foto del palazzo proviene dal sito web dell’Università di Firenze.

per la foto del ritratto della fam. Pennisi ringraziamo sempre ing. Agostino Pennisi.

(Seby Pittera)

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