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Piccola storia di Jaci – La festa di San Sebastiano, anno 1965

Il 20 gennaio del 1965 sul quotidiano “La Sicilia” appare un articolo del giovane cronista Giuseppe Contarino che descrive la festa del Santo Compatrono di Acireale: “Divoti cu bona fidi, Viva Sammastianu!” l’articolo inizia con la tradizionale “chiamata” al Santo e prosegue con il trafiletto dedicato alla pericolosa uscita del Santo dalla sua monumentale Basilica.

Contarino nell’articolo descrive in maniera minuziosa i riti della festa ad iniziare con l’addobbo della chiesa con l’esposizione dell’artistico tosello disegnato da Giuseppe Sciuti e ricamato dalla Sig.ra Maugeri mentre il giorno della festa il pezzo forte è la trionfale uscita del fercolo trainato dai devoti.

Una notizia molto interessante riguarda la divisa dei devoti, infatti il dott. Contarino scrive: “L’ anno scorso (1964) la banda di “descamisados” è diventata un esercito di generali con un proprio regolamento e tanto di divisa costituita da calzoni scuri, maglione cicero, fascia dello stesso colore con bordi rossi a tracolla, fazzoletto sgargiante in testa e piedi incalzettati”. Si tramanda che uno dei fautori della nuova divisa fu don Angilinu “u gilataru”.

La salita di San Biagio ancora veniva affrontata col peso del fercolo sulle spalle e dopo la fatica era d’obbligo in alcuni punti offrire il rinfresco con biscotti, salsiccia e generoso vino dell’Etna.

” Alle 16.05 l’intera processione si ferma alla stazione, in attesa del treno. E’ questa una usanza che risale al tempo della guerra: Il Santo veniva portato, per l’ultima benedizione delle reclute che partivano per il fronte” continua “passata la guerra l’usanza è rimasta con un nuovo e più adatto significato: il saluto della città agli emigrati, che nel loro peregrinare per le strade del mondo dimenticheranno magari le piazze, le vie, i luoghi che li videro bambini, ma mai il sorriso angelico del “loro” Santo. Già nel 1965 il Santo viene accompagnato alla stazione per la rievocazione della benedizione delle reclute, il dott. Contarino scrive “del tempo di guerra”, la tradizione individua la partenza dei fanti delle Grande Guerra, l’evento , almeno fin ora non è corroborato da alcuna fonte storica in primis il dott. Alfio Fichera che nei suoi articoli , tanti, sulla festa del nostro compatrono non scrive nulla.

L’articolo si conclude con descrizione la spettacolare entrata del Santo e la chiusura delle argentee porte che custodiscono l’effige del Santo durante l’anno.

Articolo del Dott. Giuseppe Contarino – La Sicilia 20 gennaio 1965

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