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Piccola storia di Jaci – La festa di San Sebastiano e la “Fiera Franca”, anno 1641

Nella primavera del 1640 viene accolta l’instanza presentata da i casali “di suso” per ottenere la separazione dal casale di Aquilia. I casali davano vita alla città demaniale di Aci SS. Antonio e Filippo. Nonostante le oggettive difficoltà dovute alla separazione, Il 13 gennaio 1641, su proposta del capitano Giovanni Musmeci, i Giurati e il Sindaco della città di Aci Aquilia inoltrano istanza al Re, con un donativo di 5000 scudi, per l’ottenimento dell’ufficio di Patrizio , l’uso della toga e di una Fiera Franca in occasione delle festivita’ dei SS. Pietro e Paolo e di San Sebastiano, In effetti altri due consigli si convocano prima di quella data per inoltrare questa istanza ma il donativo non fu deliberato per la ferma opposizione dei Giurati dei casali “secessionisti” (come annota il Lo Bruno). Per reperire la somma viene applicata una gabella sul formaggio per importo di tarì 15 il cantaro (Il cantaro corrispondeva, a Palermo, a 79.34 kg):

” Perchè detta città sole fare il mese di gennaro d’ogn’anno due festività, cioè una  delli gloriosi SS.Pietro e Paolo e l’altra del glorioso S.Sebastiano come loro padroni e protettori supplicano anco V.E. sia servita concederci licenza di puotere fare una fera franca di tutte le gabelle e da imponersi in detta città di Jaci quali franchezza sia duratura dal 15 gennaro per tutto detto mese, e trasferendosi la detta festività in altro tempo si possa trasferire la detta fera;  nel qual tempo di detta franchezza nessun cittadino per debiti civili possa essere molestato cossi in beni come  in persona”.

L’istanza veniva accolta il 15 febbraio dello stesso anno, la Fiera Franca veniva riconfermata anche nell’ottobre del 1657. I Giurati attuano il privilegio della toga in occasione della festa di Santa Venera nel mese di luglio. (Libro dei privilegi della città di Aci SS.Antonio e Filippo)

Il 20 gennaio si svolge la festa del Santo Patrono, il Lo Bruno annota soltanto i particolari più interessanti della giornata per il resto la festa si svolge “al solito“:

Alli 20 di Gennaro del 1641 si fece la festa di San Sebastiano al solito e le donne ammascarate fecero la dimostrazione della vita di Santa Caterina con li suoi Capitanii: doi che sparavano et uno che giocava di Picca et anco li suoi doi Alfieri che giocavano di bannera”.

Il sacerdote nell’annotazione riferisce pure della festa di San Paolo celebrata il 25 sucessivo, anche i confrati di San Pietro allestiscono “un’ammascarata” con tanto di rappresentazione e cantata. Anche in questo caso il Lo Bruno riferisce soltanto i particolari degni di nota:

Alli 25 si fece la festa di San Paolo al solito e ci foro diverse coppie di donne ammascarate e fra l’altre vi foro quattro figliole che cantavano in concerto quello che cantaro le donzelle di Istrael a David quando levò la testa al gigante Goliat, cioè Saul percussit mille et David decem millia etc. Et una figliola innanzi portava la testa di detto gigante appizzata a una lanza; e la cantavano tanto bene e sonora, che tutto il popolo andava appresso di queste per sentirle cantare.

dalle cronache del Sac.Dott. Tommaso Lo Bruno

Foto per gentile concessione nel momento dell’avvio della corsa dell’Uscita. In primo piano si riconosce Don Pippo Fichera “u ramignanu” storico “manigheri del fercolo”. La datazione della foto è sicuramente dei primi anni 70. La divisa dei devoti è completa, la fascia e il fazzoletto ( stoffa a “chicchi”) sono uguali

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